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Quaderni di Tecnostruttura - Quaderno del 18 giugno 2021

PNR e Covid-19, la risposta delle Regioni alla crisi

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Sanità  e Covid-19: a che punto siamo e quali sfide per il post pandemia?

di Teresa Cianni

Tecnostruttura - Settore Fse

L’irrompere improvviso e violento della pandemia di Covid-19 ha creato una situazione senza precedenti, dal punto di vista sociale e sanitario, imponendo l’adozione di misure urgenti e straordinarie in materia di contenimento e gestione della crisi. Le Regioni si sono dovute quindi misurare con la sfida di garantire a tutti i cittadini l’accesso a servizi sanitari efficaci a fronte di sistemi che, in un momento di forte stress, hanno evidenziato una serie di criticità, di natura strutturale, frutto dalle politiche di austerity che negli ultimi anni hanno caratterizzato gli investimenti nel settore sanitario.

L’obiettivo di ripristinare l’equilibrio finanziario, facendo leva in via esclusiva sul contenimento della spesa, ha determinato, infatti, importanti ricadute sulle strutture sanitarie, che durante la crisi pandemica hanno dovuto fare i conti con: carenza di personale, insufficienza della rete ospedaliera sia sotto il profilo dell’offerta di posti letto che sotto quello delle attrezzature, difficoltà nella catena di approvvigionamento dei farmaci e dei dispositivi medici, inadeguatezza della sanità territoriale e della sua capacità di agire in una logica di complementarità con l’assistenza ospedaliera.

Nonostante i citati elementi di vulnerabilità, i sistemi sanitari regionali hanno dimostrato nel complesso una buona capacità di tenuta di fronte all’onda d’urto determinata dal Covid, anche grazie al ruolo determinante dell’Unione europea che, a partire dal pacchetto di misure varate con le iniziative CRI e CRI plus, ha consentito una maggiore flessibilità nell’utilizzo delle risorse della politica di coesione, aprendo alla possibilità di finanziare con i Programmi operativi FSE e FESR interventi straordinari di contrasto all’emergenza. Le risorse dei Programmi sono state conseguentemente reindirizzate al sostegno di investimenti per la fornitura di attrezzature e medicinali sanitari, dispositivi medici per il contenimento dell’emergenza e alla riorganizzazione e lo sviluppo della rete territoriale di prevenzione e assistenza.

Gli interventi messi in campo

Nelle fasi iniziali dell’epidemia, l’iniziativa regionale si è concentrata prioritariamente sulla definizione delle azioni da attuare nell’ambito delle misure emergenziali già in atto per fronteggiare la crisi in termini di assistenza e cura, ma anche di contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19 all’interno degli ambienti ospedalieri e delle strutture sanitarie in genere.

In tale direttrice si inquadrano tutti gli interventi tempestivamente avviati per adeguare la rete nosocomiale alle sopravvenute esigenze: creazione di nuove aree ospedaliere ed extraospedaliere, in aggiunta alle disponibilità già esistenti; incremento delle dotazioni ordinarie di posti letto di terapia intensiva, semi intensiva e di degenza ordinaria; spostamenti e riconversioni di reparti; ristrutturazione dei Pronto soccorso, con separazione dei percorsi assistenziali e individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti Covid-19 o potenzialmente contagiosi; acquisto di mezzi per il trasporto in bio-contenimento; approvvigionamento e tempestiva distribuzione dei presidi tecnologici assistenziali e rafforzamento di tutta la filiera della salute, dall’industria farmaceutica ai dispositivi medici, con politiche di riconversione industriale; rafforzamento del contingente di operatori sanitari impegnati nell’emergenza attraverso la messa a disposizione di personale già in forza alle strutture sanitarie, convogliato al trattamento delle persone affette da Covid-19, o l’assunzione di personale supplementare (medico, infermieristico e personale tecnico).

In una seconda fase, si è provveduto a rendere strutturale la risposta emergenziale all’aumento della domanda di assistenza in relazione alle successive fasi di gestione della situazione epidemiologica, attraverso il rafforzamento di reti e presidi territoriali per la salute, mediante la creazione di Covid Hotel, l’attivazione di collaborazioni con strutture private per ospitare pazienti Covid in ripresa dopo la fase acuta ma non dimissibili e pazienti Covid che necessitano di riabilitazione ospedaliera post-intervento, l’istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19.

Sfruttando inoltre le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, si è puntato ad estendere la capacità di prevenzione e controllo contro il virus mediante la messa a punto di piattaforme e sistemi informatici per il monitoraggio e l'assistenza dei pazienti, per il tracciamento dei cittadini in quarantena, per la prenotazione di test diagnostici e vaccini.

Le iniziative da attivare nel breve, medio e lungo periodo

Sebbene la pandemia sia ancora in corso, le prime lezioni apprese hanno fatto emergere la palese necessità di ulteriori investimenti e riforme nei sistemi sanitari, per garantire che dispongano dei mezzi e delle risorse necessari per uscire dalla crisi attuale, ma anche per rafforzarne a più lungo termine la capacità di gestire le crisi di sanità pubblica future. In tal senso i Piani per la ripresa e la resilienza (PNRR), che gli Stati membri hanno presentato alla Commissione europea per poter accedere alle risorse del Recovery fund, offrono un’opportunità senza precedenti per realizzare riforme strutturali grazie ad investimenti volti, tra l'altro, a migliorare la preparazione e la resilienza dei sistemi sanitari regionali e garantire un accesso paritario a un'assistenza di qualità, allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti.

Nonostante il confronto ancora in atto tra Stato e Regioni, per definire gli ambiti di demarcazione tra le progettualità da finanziare nell’ambito del PNRR e le iniziative da supportate attraverso altre fonti di finanziamento (es. Fondi SIE 2021-2027, REACT UE ecc.), nell’ambito dei contributi al Programma Nazionale di Riforma 2021 le amministrazioni regionali hanno comunque tratteggiato alcuni primi orientamenti in merito alle future direttrici degli investimenti in ambito sanitario.

La lettura dei richiamati contributi evidenzia come l’esperienza maturata durante l’emergenza pandemica possa proseguire ed essere messa a regime, consolidando una serie di misure attivate durante la crisi, che si pongono a corollario delle azioni di riforma delineate nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. In linea con la prima componente della Missione 6 - Salute - del PNRR (1), fondamentale sarà il potenziamento e la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, anche in un’ottica di integrazione tra sociale e sanità, allo scopo di rafforzare l’offerta sanitaria e sociosanitaria del territorio, sia per fronteggiare le emergenze pandemiche sia per assicurare la presa in carico precoce ed integrata dei pazienti fragili o con cronicità, la promozione della salute e la prevenzione. Centrale sarà la valorizzazione del ruolo di Ospedali e Case di comunità, quali presidi sanitari non ospedalieri in grado di garantire l'offerta sul territorio dei servizi di assistenza primaria ed intermedia, il potenziamento dell’attività specialistica ambulatoriale e dei centri polifunzionali territoriali, l’ottimizzazione di presidi post acuzie.

Coerentemente con la seconda componente (2) della già richiamata Missione 6 del PNRR, prioritario sarà anche il rafforzamento e miglioramento della rete ospedaliera, in particolare sotto il profilo dell’infrastrutturazione tecnologica, al fine di dotare le strutture di apparecchiature di diagnosi e cura ad alta tecnologia (RMN, TAC, Acceleratori, PET-TC, nuove tecnologie di robotica) in grado di assicurare una migliore risposta ai bisogni di salute della popolazione. Alla stessa stregua, determinante sarà l’ulteriore impulso alla digitalizzazione della sanità, rinforzando l’interoperabilità dei sistemi e investendo sull’innovazione, e all’implementazione della telemedicina, estendendo l’utilizzo di tale strumento alla gestione delle cronicità e a supporto delle cure primarie. Determinante sarà anche la qualificazione degli operatori sanitari, prevedendo percorsi di upskilling e reskilling per lo sviluppo di competenze tecniche, professionali e digitali.

 

Potenziare la preparazione e la risposta dell'Europa alle crisi: verso l'Unione europea della salute

Ma al di là dell’impegno dello Stato e delle Regioni nel potenziare e riorientare il Servizio Sanitario Nazionale verso un nuovo paradigma incentrato su una medicina territoriale e di prossimità, la pandemia ha fatto emergere con chiarezza la crescente aspettativa dei cittadini di un migliore coordinamento e di una cooperazione a livello europeo nel prevedere i rischi per la salute e prevenire la diffusione di nuove malattie infettive, così come di un ruolo più attivo della UE nel tutelare la loro salute, in particolare per quanto riguarda la protezione dalle minacce sanitarie che oltrepassano i confini nazionali.

In risposta a tale istanza, lo scorso 11 novembre, la Commissione europea ha mosso i primi passi verso la costruzione “dell'Unione europea della salute” attraverso la presentazione di una serie di proposte per potenziare il quadro per la sicurezza sanitaria della UE (3).

Tra le iniziative fondanti previste in tale quadro si possono annoverare: l’elaborazione di un piano e alcune raccomandazioni della UE per la preparazione alle crisi sanitarie e alle pandemie; attività mirate di formazione e scambio di conoscenze per gli operatori sanitari e il personale della sanità pubblica al fine di fornire le conoscenze e le competenze per sviluppare e attuare i piani nazionali di preparazione; la creazione di un sistema integrato di sorveglianza e monitoraggio a livello europeo, che faccia leva sull’utilizzo dell'intelligenza artificiale e di altri mezzi tecnologici avanzati, comprensivo di dati di ricerca e dati sulla capacità dei sistemi sanitari in termini di diagnosi, prevenzione e cura di malattie trasmissibili specifiche e sicurezza del paziente; lo sviluppo di una piattaforma informatica per consentire all’EMA (Agenzia europea per i medicinali) e all' ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) di coordinare gli studi sulla sicurezza e sull'efficacia dei vaccini e sulle sperimentazioni cliniche.

Gli interventi messi in campo

Nelle fasi iniziali dell’epidemia, l’iniziativa regionale si è concentrata prioritariamente sulla definizione delle azioni da attuare nell’ambito delle misure emergenziali già in atto per fronteggiare la crisi in termini di assistenza e cura, ma anche di contrasto alla diffusione del contagio da Covid-19 all’interno degli ambienti ospedalieri e delle strutture sanitarie in genere.

In tale direttrice si inquadrano tutti gli interventi tempestivamente avviati per adeguare la rete nosocomiale alle sopravvenute esigenze: creazione di nuove aree ospedaliere ed extraospedaliere, in aggiunta alle disponibilità già esistenti; incremento delle dotazioni ordinarie di posti letto di terapia intensiva, semi intensiva e di degenza ordinaria; spostamenti e riconversioni di reparti; ristrutturazione dei Pronto soccorso, con separazione dei percorsi assistenziali e individuazione di distinte aree di permanenza per i pazienti sospetti Covid-19 o potenzialmente contagiosi; acquisto di mezzi per il trasporto in bio-contenimento; approvvigionamento e tempestiva distribuzione dei presidi tecnologici assistenziali e rafforzamento di tutta la filiera della salute, dall’industria farmaceutica ai dispositivi medici, con politiche di riconversione industriale; rafforzamento del contingente di operatori sanitari impegnati nell’emergenza attraverso la messa a disposizione di personale già in forza alle strutture sanitarie, convogliato al trattamento delle persone affette da Covid-19, o l’assunzione di personale supplementare (medico, infermieristico e personale tecnico).

In una seconda fase, si è provveduto a rendere strutturale la risposta emergenziale all’aumento della domanda di assistenza in relazione alle successive fasi di gestione della situazione epidemiologica, attraverso il rafforzamento di reti e presidi territoriali per la salute, mediante la creazione di Covid Hotel, l’attivazione di collaborazioni con strutture private per ospitare pazienti Covid in ripresa dopo la fase acuta ma non dimissibili e pazienti Covid che necessitano di riabilitazione ospedaliera post-intervento, l’istituzione delle Unità speciali di continuità assistenziale per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da Covid-19.

Sfruttando inoltre le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, si è puntato ad estendere la capacità di prevenzione e controllo contro il virus mediante la messa a punto di piattaforme e sistemi informatici per il monitoraggio e l'assistenza dei pazienti, per il tracciamento dei cittadini in quarantena, per la prenotazione di test diagnostici e vaccini.

Le iniziative da attivare nel breve, medio e lungo periodo

Sebbene la pandemia sia ancora in corso, le prime lezioni apprese hanno fatto emergere la palese necessità di ulteriori investimenti e riforme nei sistemi sanitari, per garantire che dispongano dei mezzi e delle risorse necessari per uscire dalla crisi attuale, ma anche per rafforzarne a più lungo termine la capacità di gestire le crisi di sanità pubblica future. In tal senso i Piani per la ripresa e la resilienza (PNRR), che gli Stati membri hanno presentato alla Commissione europea per poter accedere alle risorse del Recovery fund, offrono un’opportunità senza precedenti per realizzare riforme strutturali grazie ad investimenti volti, tra l'altro, a migliorare la preparazione e la resilienza dei sistemi sanitari regionali e garantire un accesso paritario a un'assistenza di qualità, allineando i servizi ai bisogni delle comunità e dei pazienti.

Nonostante il confronto ancora in atto tra Stato e Regioni, per definire gli ambiti di demarcazione tra le progettualità da finanziare nell’ambito del PNRR e le iniziative da supportate attraverso altre fonti di finanziamento (es. Fondi SIE 2021-2027, REACT UE ecc.), nell’ambito dei contributi al Programma Nazionale di Riforma 2021 le amministrazioni regionali hanno comunque tratteggiato alcuni primi orientamenti in merito alle future direttrici degli investimenti in ambito sanitario.

La lettura dei richiamati contributi evidenzia come l’esperienza maturata durante l’emergenza pandemica possa proseguire ed essere messa a regime, consolidando una serie di misure attivate durante la crisi, che si pongono a corollario delle azioni di riforma delineate nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. In linea con la prima componente della Missione 6 - Salute - del PNRR (1), fondamentale sarà il potenziamento e la riorganizzazione dell’assistenza territoriale, anche in un’ottica di integrazione tra sociale e sanità, allo scopo di rafforzare l’offerta sanitaria e sociosanitaria del territorio, sia per fronteggiare le emergenze pandemiche sia per assicurare la presa in carico precoce ed integrata dei pazienti fragili o con cronicità, la promozione della salute e la prevenzione. Centrale sarà la valorizzazione del ruolo di Ospedali e Case di comunità, quali presidi sanitari non ospedalieri in grado di garantire l'offerta sul territorio dei servizi di assistenza primaria ed intermedia, il potenziamento dell’attività specialistica ambulatoriale e dei centri polifunzionali territoriali, l’ottimizzazione di presidi post acuzie.

Coerentemente con la seconda componente (2) della già richiamata Missione 6 del PNRR, prioritario sarà anche il rafforzamento e miglioramento della rete ospedaliera, in particolare sotto il profilo dell’infrastrutturazione tecnologica, al fine di dotare le strutture di apparecchiature di diagnosi e cura ad alta tecnologia (RMN, TAC, Acceleratori, PET-TC, nuove tecnologie di robotica) in grado di assicurare una migliore risposta ai bisogni di salute della popolazione. Alla stessa stregua, determinante sarà l’ulteriore impulso alla digitalizzazione della sanità, rinforzando l’interoperabilità dei sistemi e investendo sull’innovazione, e all’implementazione della telemedicina, estendendo l’utilizzo di tale strumento alla gestione delle cronicità e a supporto delle cure primarie. Determinante sarà anche la qualificazione degli operatori sanitari, prevedendo percorsi di upskilling e reskilling per lo sviluppo di competenze tecniche, professionali e digitali.

 

Potenziare la preparazione e la risposta dell'Europa alle crisi: verso l'Unione europea della salute

Ma al di là dell’impegno dello Stato e delle Regioni nel potenziare e riorientare il Servizio Sanitario Nazionale verso un nuovo paradigma incentrato su una medicina territoriale e di prossimità, la pandemia ha fatto emergere con chiarezza la crescente aspettativa dei cittadini di un migliore coordinamento e di una cooperazione a livello europeo nel prevedere i rischi per la salute e prevenire la diffusione di nuove malattie infettive, così come di un ruolo più attivo della UE nel tutelare la loro salute, in particolare per quanto riguarda la protezione dalle minacce sanitarie che oltrepassano i confini nazionali.

In risposta a tale istanza, lo scorso 11 novembre, la Commissione europea ha mosso i primi passi verso la costruzione “dell'Unione europea della salute” attraverso la presentazione di una serie di proposte per potenziare il quadro per la sicurezza sanitaria della UE (3).

Tra le iniziative fondanti previste in tale quadro si possono annoverare: l’elaborazione di un piano e alcune raccomandazioni della UE per la preparazione alle crisi sanitarie e alle pandemie; attività mirate di formazione e scambio di conoscenze per gli operatori sanitari e il personale della sanità pubblica al fine di fornire le conoscenze e le competenze per sviluppare e attuare i piani nazionali di preparazione; la creazione di un sistema integrato di sorveglianza e monitoraggio a livello europeo, che faccia leva sull’utilizzo dell'intelligenza artificiale e di altri mezzi tecnologici avanzati, comprensivo di dati di ricerca e dati sulla capacità dei sistemi sanitari in termini di diagnosi, prevenzione e cura di malattie trasmissibili specifiche e sicurezza del paziente; lo sviluppo di una piattaforma informatica per consentire all’EMA (Agenzia europea per i medicinali) e all' ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) di coordinare gli studi sulla sicurezza e sull'efficacia dei vaccini e sulle sperimentazioni cliniche.