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Quaderni di Tecnostruttura - Quaderno del 22 dicembre 2021

Lavoro, Formazione e Inclusione: le Regioni preparano il futuro

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La cornice di riferimento

di Cristina Conti

Tecnostruttura - Settore Istruzione E Formazione

L’apprendimento permanente oggi rappresenta una tematica strategica e trasversale alle politiche di istruzione, formazione professionale e lavoro che prende le mosse da un profondo ripensamento del tradizionale modo di intendere l’apprendimento.

A dare inizio a tale importante processo è stata la Commissione Europea che, già nei documenti del 2000, definiva l’apprendimento permanente come “qualsiasi attività di apprendimento avviata in qualsiasi momento della vita, volto a migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze in una prospettiva personale, civica e occupazionale” (1).

Successivamente l’Unione Europea ha sottolineato in maniera sempre più decisiva l’importanza per gli Stati membri di adottare strategie e programmi mirati a valorizzare l’apprendimento permanente, puntando in particolar modo sul potenziamento dei sistemi di istruzione e formazione professionale e sul ruolo strategico delle politiche attive del mercato del lavoro, nell’ottica di una loro progressiva integrazione.

In tale quadro di riferimento prende avvio un vero e proprio capovolgimento di prospettiva che passa dalla centralità dei servizi alla centralità della persona. L’apprendimento non è più, quindi, strettamente ancorato ai canali formali di istruzione e formazione ma diventa un processo che pone al centro la singola persona, cui va riconosciuto il diritto alla fruizione di opportunità di apprendimento accessibili ed efficaci lungo tutto l’arco della vita, nonché il diritto di avvalersi di adeguati supporti per il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze acquisite in una pluralità di contesti, di natura non solo formale, ma anche non formale e informale.

Il complesso percorso che ha portato alla stesura del Piano

La cornice entro cui si collocano le diverse iniziative in materia di apprendimento permanente in Italia è definita dalla legge 28 giugno 2012, n. 92 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” che, in piena sintonia con la prospettiva europea, definisce l’apprendimento permanente come “qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale” (2).

Nello specifico, la legge 92/2012 rimanda ad apposita Intesa in sede di Conferenza Unificata la determinazione delle politiche nazionali e la definizione degli indirizzi per l’individuazione di criteri generali e priorità per la promozione e il sostegno alla realizzazione di reti territoriali.
Con l’Intesa, siglata il 20 dicembre 2012 in sede di Conferenza Unificata, viene istituito il Tavolo interistituzionale sull’apprendimento permanente (TIAP) composto dalle istituzioni firmatarie dell’intesa (MLPS, MIUR, Regioni ed Enti locali) e dal MEF.

Il TIAP è collocato presso la Conferenza Unificata con funzioni di raccordo e monitoraggio degli interventi, ivi compresa l’elaborazione di proposte per la definizione di standard minimi e linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle reti territoriali.

I lavori del TIAP hanno preso effettivo avvio a partire dal 2017, portando a maturazione e collocando su un piano di apprendimento permanente anche gli obiettivi raggiunti sul versante della certificazione delle competenze (di cui al D.lgs. 16 gennaio 2013, n. 13), che rappresenta un anello centrale di raccordo tra i sistemi di istruzione, formazione professionale e delle politiche per il lavoro.

In esito a diversi incontri del TIAP, si è pervenuti alla decisione di prevedere l’elaborazione di un “Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle competenze della popolazione adulta” come strumento strategico per far fronte al problema sempre più consistente della scarsa alfabetizzazione e delle competenze insufficienti riferite al target della popolazione adulta.

Nello specifico, il TIAP ha affidato la redazione del Piano ad un gruppo di lavoro tecnico ristretto, coordinato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e composto da rappresentanti del ministero dell’Istruzione, del Coordinamento delle Regioni, con il supporto tecnico-scientifico di rappresentanti di Anpal, Inapp e di Tecnostruttura.

A partire dal 2019, il gruppo ristretto ha lavorato alla predisposizione di una proposta di interventi operativi pluriennali rivolti allo specifico target della popolazione adulta.
Tali interventi sono stati definiti in coerenza con le azioni già poste in essere da parte dei soggetti istituzionali facenti parte del TIAP (3), con l’obiettivo di creare una infrastruttura di coordinamento rafforzato e di integrazione tra i differenti processi di programmazione nazionale entro cui definire linee di azione di intervento condivise in materia di apprendimento permanente per il triennio 2020/2022.

Il Piano, condiviso nel gruppo tecnico ristretto, è stato rimesso alla valutazione definitiva del TIAP e del confronto con le parti sociali e ha ricevuto l’assenso definitivo dell’Intesa in sede di Conferenza Unificata l’8 luglio 2021.

 

I contenuti del Piano e la sua implementazione

Dal punto di vista dei contenuti, il Piano ha come target di riferimento la popolazione adulta, a partire dal 18esimo anno di età. Tuttavia, è stato valutato di procedere con gradualità prendendo a riferimento, nel primo triennio di attuazione, la fascia di popolazione compresa tra 29 e 64 anni che, attualmente, non risulta destinataria di adeguati interventi individuati e condivisi a livello interistituzionale.

Per il primo triennio il Piano si focalizza su tre obiettivi strategici e misurabili, quali:

1. “favorire il rientro degli adulti nei percorsi di istruzione finalizzati ad innalzarne le qualificazioni;

2. favorire la partecipazione degli adulti a corsi finalizzati allo sviluppo e al potenziamento delle competenze di base con particolare riferimento a quelle linguistiche, digitali, finanziarie e green (anche attraverso la valorizzazione di quadri di riferimento comuni sulle competenze linguistiche, digitali e finanziarie attese in esito ai suddetti corsi, a partire da quelli già definiti dal Ministero dell’Istruzione a livello nazionale, coerenti con i relativi quadri comuni di riferimento europei e integrati nell’ambito del Quadro nazionale delle qualificazioni);

3. promuovere accordi territoriali tra CPIA, CPI e Comuni per favorire il raccordo tra questi soggetti e consentire l’accoglienza, la presa in carico e le possibili azioni di orientamento a favore della popolazione adulta in attesa di una collocazione/ricollocazione lavorativa, anche in una prospettiva di rafforzamento e capacitazione delle reti territoriali dei servizi di istruzione, formazione, lavoro e inclusione sociale”.

Sulla base degli obiettivi delineati, il Piano individua tre principali direttrici di intervento:

1. Intercettare e orientare gli individui (Outreach e Guidance);

2. Qualificare e riqualificare il capitale umano;

3. Intermediare e sincronizzare domanda e offerta di competenze.

Per ciascuna direttrice di intervento, sono state definite nel Piano le diverse linee di azione operative per il primo triennio di attuazione, distinte in azioni essenziali, che identificano le azioni prioritarie del Piano e in azioni opzionali che rappresentano le azioni complementari, comunque funzionali ad un efficace sviluppo del Piano, in termini di opzioni integrative.

Allo stato attuale, quindi, i vari soggetti istituzionali facenti parte del TIAP sono impegnati nella implementazione delle linee essenziali del Piano, consapevoli che esso costituisce ormai un tassello imprescindibile del nuovo paradigma di riferimento disegnato a partire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’innalzamento delle competenze della popolazione adulta in un’ottica di promozione dell’apprendimento permanente come approccio globale per una crescita inclusiva costituisce, infatti, parte fondante del Piano Nazionale Nuove Competenze (PNC).

Questo rappresenta ad oggi il quadro di coordinamento strategico per gli interventi di aggiornamento e di qualificazione/riqualificazione volti a fronteggiare i fabbisogni di nuove competenze derivanti dalle transizioni digitali ed ecologiche e dagli effetti della pandemia da Covid-19 e, in particolare, per le misure contenute nelle iniziative di riforma e investimento varate dal Governo italiano con il PNRR.

 

Il complesso percorso che ha portato alla stesura del Piano

La cornice entro cui si collocano le diverse iniziative in materia di apprendimento permanente in Italia è definita dalla legge 28 giugno 2012, n. 92 “Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita” che, in piena sintonia con la prospettiva europea, definisce l’apprendimento permanente come “qualsiasi attività intrapresa dalle persone in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale” (2).

Nello specifico, la legge 92/2012 rimanda ad apposita Intesa in sede di Conferenza Unificata la determinazione delle politiche nazionali e la definizione degli indirizzi per l’individuazione di criteri generali e priorità per la promozione e il sostegno alla realizzazione di reti territoriali.
Con l’Intesa, siglata il 20 dicembre 2012 in sede di Conferenza Unificata, viene istituito il Tavolo interistituzionale sull’apprendimento permanente (TIAP) composto dalle istituzioni firmatarie dell’intesa (MLPS, MIUR, Regioni ed Enti locali) e dal MEF.

Il TIAP è collocato presso la Conferenza Unificata con funzioni di raccordo e monitoraggio degli interventi, ivi compresa l’elaborazione di proposte per la definizione di standard minimi e linee strategiche di intervento in ordine ai servizi per l’apprendimento permanente e all’organizzazione delle reti territoriali.

I lavori del TIAP hanno preso effettivo avvio a partire dal 2017, portando a maturazione e collocando su un piano di apprendimento permanente anche gli obiettivi raggiunti sul versante della certificazione delle competenze (di cui al D.lgs. 16 gennaio 2013, n. 13), che rappresenta un anello centrale di raccordo tra i sistemi di istruzione, formazione professionale e delle politiche per il lavoro.

In esito a diversi incontri del TIAP, si è pervenuti alla decisione di prevedere l’elaborazione di un “Piano strategico nazionale per lo sviluppo delle competenze della popolazione adulta” come strumento strategico per far fronte al problema sempre più consistente della scarsa alfabetizzazione e delle competenze insufficienti riferite al target della popolazione adulta.

Nello specifico, il TIAP ha affidato la redazione del Piano ad un gruppo di lavoro tecnico ristretto, coordinato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e composto da rappresentanti del ministero dell’Istruzione, del Coordinamento delle Regioni, con il supporto tecnico-scientifico di rappresentanti di Anpal, Inapp e di Tecnostruttura.

A partire dal 2019, il gruppo ristretto ha lavorato alla predisposizione di una proposta di interventi operativi pluriennali rivolti allo specifico target della popolazione adulta.
Tali interventi sono stati definiti in coerenza con le azioni già poste in essere da parte dei soggetti istituzionali facenti parte del TIAP (3), con l’obiettivo di creare una infrastruttura di coordinamento rafforzato e di integrazione tra i differenti processi di programmazione nazionale entro cui definire linee di azione di intervento condivise in materia di apprendimento permanente per il triennio 2020/2022.

Il Piano, condiviso nel gruppo tecnico ristretto, è stato rimesso alla valutazione definitiva del TIAP e del confronto con le parti sociali e ha ricevuto l’assenso definitivo dell’Intesa in sede di Conferenza Unificata l’8 luglio 2021.

 

I contenuti del Piano e la sua implementazione

Dal punto di vista dei contenuti, il Piano ha come target di riferimento la popolazione adulta, a partire dal 18esimo anno di età. Tuttavia, è stato valutato di procedere con gradualità prendendo a riferimento, nel primo triennio di attuazione, la fascia di popolazione compresa tra 29 e 64 anni che, attualmente, non risulta destinataria di adeguati interventi individuati e condivisi a livello interistituzionale.

Per il primo triennio il Piano si focalizza su tre obiettivi strategici e misurabili, quali:

1. “favorire il rientro degli adulti nei percorsi di istruzione finalizzati ad innalzarne le qualificazioni;

2. favorire la partecipazione degli adulti a corsi finalizzati allo sviluppo e al potenziamento delle competenze di base con particolare riferimento a quelle linguistiche, digitali, finanziarie e green (anche attraverso la valorizzazione di quadri di riferimento comuni sulle competenze linguistiche, digitali e finanziarie attese in esito ai suddetti corsi, a partire da quelli già definiti dal Ministero dell’Istruzione a livello nazionale, coerenti con i relativi quadri comuni di riferimento europei e integrati nell’ambito del Quadro nazionale delle qualificazioni);

3. promuovere accordi territoriali tra CPIA, CPI e Comuni per favorire il raccordo tra questi soggetti e consentire l’accoglienza, la presa in carico e le possibili azioni di orientamento a favore della popolazione adulta in attesa di una collocazione/ricollocazione lavorativa, anche in una prospettiva di rafforzamento e capacitazione delle reti territoriali dei servizi di istruzione, formazione, lavoro e inclusione sociale”.

Sulla base degli obiettivi delineati, il Piano individua tre principali direttrici di intervento:

1. Intercettare e orientare gli individui (Outreach e Guidance);

2. Qualificare e riqualificare il capitale umano;

3. Intermediare e sincronizzare domanda e offerta di competenze.

Per ciascuna direttrice di intervento, sono state definite nel Piano le diverse linee di azione operative per il primo triennio di attuazione, distinte in azioni essenziali, che identificano le azioni prioritarie del Piano e in azioni opzionali che rappresentano le azioni complementari, comunque funzionali ad un efficace sviluppo del Piano, in termini di opzioni integrative.

Allo stato attuale, quindi, i vari soggetti istituzionali facenti parte del TIAP sono impegnati nella implementazione delle linee essenziali del Piano, consapevoli che esso costituisce ormai un tassello imprescindibile del nuovo paradigma di riferimento disegnato a partire dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’innalzamento delle competenze della popolazione adulta in un’ottica di promozione dell’apprendimento permanente come approccio globale per una crescita inclusiva costituisce, infatti, parte fondante del Piano Nazionale Nuove Competenze (PNC).

Questo rappresenta ad oggi il quadro di coordinamento strategico per gli interventi di aggiornamento e di qualificazione/riqualificazione volti a fronteggiare i fabbisogni di nuove competenze derivanti dalle transizioni digitali ed ecologiche e dagli effetti della pandemia da Covid-19 e, in particolare, per le misure contenute nelle iniziative di riforma e investimento varate dal Governo italiano con il PNRR.