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Quaderni di Tecnostruttura - Quaderno del 22 dicembre 2021

Lavoro, Formazione e Inclusione: le Regioni preparano il futuro

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Servizi IVC delle competenze, percorsi normativi regionali di attuazione

di Daniela Conte

Tecnostruttura - Settore Istruzione E Formazione

Gli enti pubblici titolari del Sistema nazionale di certificazione delle competenze, entro gennaio 2023, dovranno adottare atti di regolamentazione per renderne operativo l’impianto e per garantire al cittadino l’esercizio del diritto al riconoscimento delle proprie competenze e alla valorizzazione del proprio patrimonio di esperienze di vita, di studio e di lavoro. Le Regioni e le Province autonome sono da tempo al lavoro per dotarsi ognuna di un proprio sistema di norme utili a dare attuazione ai servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze per renderli operativi sul territorio nazionale. Il sito internet di Tecnostruttura, in una sezione ad hoc, raccoglie i provvedimenti regionali di volta in volta emanati.

 

Le Regioni e le Province autonome, i ministeri dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, del Lavoro, dello Sviluppo economico, nonché le autorità competenti ai sensi del decreto legislativo n. 206 del 2007, ciascuno secondo i propri ambiti di titolarità, sono enti pubblici titolari del Sistema nazionale di certificazione delle competenze. Il che significa che hanno in capo la governance del Sistema nazionale di certificazione delle competenze; lo regolamentano; adottano propri provvedimenti sulla base dei quali lo renderanno operativo.

Il decreto interministeriale del 5 gennaio 2021 che recepisce le Linee Guida del Sistema, di cui al decreto legislativo n. 13 del 2013, nelle disposizioni finali e transitorie, pone in capo agli enti pubblici titolari un termine entro il quale tutti dovranno dotarsi di un quadro regolamentare conforme sia al Sistema nazionale di certificazione delle competenze sia ai relativi riferimenti operativi. Il termine fissato è pari a ventiquattro mesi a partire dalla data di pubblicazione del provvedimento nella Gazzetta Ufficiale: per cui, entro il mese di gennaio 2023, Regioni e Province autonome, i Ministeri e le autorità competenti si saranno dovute dotare di una propria disciplina in materia di certificazione delle competenze.

L’importanza della previsione richiamata può essere colta riferendosi alla legge n. 92 del 28 giugno 2012 che ha gettato le fondamenta per la costruzione del Sistema nazionale di certificazione delle competenze. La ratio alla base della legge, che riforma il mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, opera un capovolgimento di visuale: il cardine della riforma non poggia più sulla centralità dei servizi, ma sulla centralità della persona. Ed è alla persona che la legge n. 92 riconosce un diritto individuale, di cittadinanza, esigibile – quello all’apprendimento permanente. Gli enti pubblici titolari, proprio per rendere concreto tale diritto dovranno dotarsi di un quadro regolamentare per rendere leggibili le competenze delle persone, per renderle spendibili nel mercato del lavoro, per rendere esigibile il diritto all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.

In questa ampia cornice, si inseriscono i provvedimenti regionali per la regolamentazione del sistema di certificazione delle competenze. Un tema non nuovo per Regioni e Province autonome che già nel 2000 avevano avviato progetti interregionali in materia, sulla scorta dei quali si è sviluppato negli anni il lavoro sul piano regionale in tema di certificazione delle competenze.

Il panorama della normativa regionale

Il panorama della normativa adottata sui territori in tema di governance dei sistemi di certificazione delle competenze è variegato. Si è stratificato progressivamente nel tempo, consolidandosi, seppure secondo geometrie variabili.

Osservando i provvedimenti regionali, si nota che gli elementi propulsori, che hanno dato spinta all’iniziativa legislativa, coincidono di solito con l’adozione di norme di rango nazionale: prima, il decreto legislativo n. 13 del 2013 che definisce le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze; poi, il decreto interministeriale del 30 giugno 2015, che definisce un quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze, nell’ambito di un Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali; successivamente, il decreto interministeriale dell’8 gennaio 2018, che istituisce il quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze e, infine, il decreto interministeriale di adozione delle Linee guida del 5 gennaio 2021, precedentemente richiamato.

Rispetto alle norme richiamate, le Regioni e le Province autonome hanno fornito un contributo importante, collaborando attivamente con gli altri soggetti istituzionali - i ministeri del Lavoro, dell’Istruzione e dell’Università, supportati da ANPAL, INAPP e Tecnostruttura - alla scrittura di parti consistenti delle stesse. Per fare ciò, hanno messo a fattore comune le esperienze, soprattutto quelle territoriali in materia di certificazione delle competenze, hanno condiviso e progressivamente armonizzato gli strumenti, i documenti e le metodologie a disposizione.

Le Regioni nel disciplinare il proprio sistema e i relativi servizi di IVC delle competenze si sono mosse secondo tabelle di marcia differenti. Le realtà che avevano adottato un sistema di certificazione delle competenze ben prima del 2013, lo hanno modificato e aggiornato adattandolo progressivamente alle successive disposizioni; quasi tutte le Regioni subito dopo il 2015, sulla base di disposizioni emanate per costruire il quadro delle qualificazioni regionali, hanno realizzato l’impalcatura che avrebbe retto il sistema, si sono cioè dotate di un repertorio regionale delle qualificazioni; altre ancora hanno avviato sperimentazioni per testare i dispositivi normativi considerati. Ma è successivamente, tra il 2018 e il 2021, che si è registrato un reale fermento nella produzione normativa di provvedimenti di tipo organizzativo, metodologico e operativo in relazione all’attuazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze.

Le deliberazioni regionali in dettaglio

Le delibere regionali parallelamente o sulla scorta della elaborazione, a livello nazionale, delle Linee Guida del Sistema nazionale di certificazione delle competenze, hanno disegnato su misura dei territori il funzionamento dei servizi di IVC. Per ciascuno, hanno circoscritto lo scopo, gli aspetti definitori e il dettaglio degli elementi che li caratterizzano. Le Regioni e le Province autonome, quindi, garantendo il rispetto di livelli essenziali delle prestazioni, sulla base degli standard minimi, hanno disciplinato con propri provvedimenti normativi i criteri per l’individuazione dei soggetti accreditati a erogare i servizi di IVC delle competenze, ovvero la loro titolazione all’erogazione; le professionalità coinvolte dalle tre funzioni che caratterizzano i servizi, la formazione propedeutica degli operatori; gli strumenti e gli output di ciascuna fase. Spesso, la produzione normativa riguarda sperimentazioni avviate sui territori e dedicate a target specifici di beneficiari, l’intento è quello di testare l’efficacia delle misure e degli strumenti elaborati. Molte amministrazioni, inoltre, hanno ordinato la disciplina in materia di certificazione delle competenze sotto forma di manuali di istruzione, che costituiscono il riferimento univoco per gli operatori del sistema e per gli utenti finali; altre hanno elaborato linee guida a livello regionale e altre ancora hanno raccolto e sistematizzato i provvedimenti emanati elaborando dei testi unici.

Il materiale e i documenti afferenti alle delibere regionali è disponibile sul sito internet di Tecnostruttura. Attraverso il pulsante “Educazione” in home page, ci si può collegare alla sezione “IVC percorsi di attuazione”, che contiene una rassegna di documenti. La sezione presenta un cruscotto di bottoni, uno per ogni Regione e Provincia autonoma, cliccando i quali si possono consultare i provvedimenti regionali e provinciali che hanno segnato il percorso di costruzione e di attuazione dei sistemi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze adottati sui ventuno territori. Questi tasselli, pur preservando le specificità normative e i sistemi già in vigore sui territori, compongono un quadro regolamentare unitario, nel solco della disciplina dettata dalle norme nazionali citate.

L’elemento che ne emerge è la gradualità nell’attuazione del sistema. Un elemento che ha un risvolto molto positivo che consente di condurre una valutazione comparata su alcuni temi afferenti agli elementi di sistema. E proprio in questa direzione va il lavoro avviato da qualche mese in seno a un tavolo tecnico interregionale su alcuni temi specifici relativi alla individuazione, validazione e certificazione delle competenze rispetto ai quali le Regioni e le Province autonome stanno mettendo in trasparenza le soluzioni operative adottate da ciascuna per ottenere una rappresentazione utilmente comparabile. L’obiettivo, dunque, è quello di replicare la positiva esperienza, già messa in campo per l’adozione dei repertori regionali delle qualificazioni, quella del confronto e del mutuo scambio di metodologie, procedure ed esperienze così da offrire supporto alle realtà regionali che stanno attivando i sistemi e da favorire una riflessione fra quelle che hanno già consolidato scelte e soluzioni operative.

Il panorama della normativa regionale

Il panorama della normativa adottata sui territori in tema di governance dei sistemi di certificazione delle competenze è variegato. Si è stratificato progressivamente nel tempo, consolidandosi, seppure secondo geometrie variabili.

Osservando i provvedimenti regionali, si nota che gli elementi propulsori, che hanno dato spinta all’iniziativa legislativa, coincidono di solito con l’adozione di norme di rango nazionale: prima, il decreto legislativo n. 13 del 2013 che definisce le norme generali e i livelli essenziali delle prestazioni per l’individuazione e validazione degli apprendimenti non formali e informali e degli standard minimi di servizio del sistema nazionale di certificazione delle competenze; poi, il decreto interministeriale del 30 giugno 2015, che definisce un quadro operativo per il riconoscimento a livello nazionale delle qualificazioni regionali e delle relative competenze, nell’ambito di un Repertorio nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali; successivamente, il decreto interministeriale dell’8 gennaio 2018, che istituisce il quadro nazionale delle qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze e, infine, il decreto interministeriale di adozione delle Linee guida del 5 gennaio 2021, precedentemente richiamato.

Rispetto alle norme richiamate, le Regioni e le Province autonome hanno fornito un contributo importante, collaborando attivamente con gli altri soggetti istituzionali - i ministeri del Lavoro, dell’Istruzione e dell’Università, supportati da ANPAL, INAPP e Tecnostruttura - alla scrittura di parti consistenti delle stesse. Per fare ciò, hanno messo a fattore comune le esperienze, soprattutto quelle territoriali in materia di certificazione delle competenze, hanno condiviso e progressivamente armonizzato gli strumenti, i documenti e le metodologie a disposizione.

Le Regioni nel disciplinare il proprio sistema e i relativi servizi di IVC delle competenze si sono mosse secondo tabelle di marcia differenti. Le realtà che avevano adottato un sistema di certificazione delle competenze ben prima del 2013, lo hanno modificato e aggiornato adattandolo progressivamente alle successive disposizioni; quasi tutte le Regioni subito dopo il 2015, sulla base di disposizioni emanate per costruire il quadro delle qualificazioni regionali, hanno realizzato l’impalcatura che avrebbe retto il sistema, si sono cioè dotate di un repertorio regionale delle qualificazioni; altre ancora hanno avviato sperimentazioni per testare i dispositivi normativi considerati. Ma è successivamente, tra il 2018 e il 2021, che si è registrato un reale fermento nella produzione normativa di provvedimenti di tipo organizzativo, metodologico e operativo in relazione all’attuazione dei servizi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze.

Le deliberazioni regionali in dettaglio

Le delibere regionali parallelamente o sulla scorta della elaborazione, a livello nazionale, delle Linee Guida del Sistema nazionale di certificazione delle competenze, hanno disegnato su misura dei territori il funzionamento dei servizi di IVC. Per ciascuno, hanno circoscritto lo scopo, gli aspetti definitori e il dettaglio degli elementi che li caratterizzano. Le Regioni e le Province autonome, quindi, garantendo il rispetto di livelli essenziali delle prestazioni, sulla base degli standard minimi, hanno disciplinato con propri provvedimenti normativi i criteri per l’individuazione dei soggetti accreditati a erogare i servizi di IVC delle competenze, ovvero la loro titolazione all’erogazione; le professionalità coinvolte dalle tre funzioni che caratterizzano i servizi, la formazione propedeutica degli operatori; gli strumenti e gli output di ciascuna fase. Spesso, la produzione normativa riguarda sperimentazioni avviate sui territori e dedicate a target specifici di beneficiari, l’intento è quello di testare l’efficacia delle misure e degli strumenti elaborati. Molte amministrazioni, inoltre, hanno ordinato la disciplina in materia di certificazione delle competenze sotto forma di manuali di istruzione, che costituiscono il riferimento univoco per gli operatori del sistema e per gli utenti finali; altre hanno elaborato linee guida a livello regionale e altre ancora hanno raccolto e sistematizzato i provvedimenti emanati elaborando dei testi unici.

Il materiale e i documenti afferenti alle delibere regionali è disponibile sul sito internet di Tecnostruttura. Attraverso il pulsante “Educazione” in home page, ci si può collegare alla sezione “IVC percorsi di attuazione”, che contiene una rassegna di documenti. La sezione presenta un cruscotto di bottoni, uno per ogni Regione e Provincia autonoma, cliccando i quali si possono consultare i provvedimenti regionali e provinciali che hanno segnato il percorso di costruzione e di attuazione dei sistemi di individuazione, validazione e certificazione delle competenze adottati sui ventuno territori. Questi tasselli, pur preservando le specificità normative e i sistemi già in vigore sui territori, compongono un quadro regolamentare unitario, nel solco della disciplina dettata dalle norme nazionali citate.

L’elemento che ne emerge è la gradualità nell’attuazione del sistema. Un elemento che ha un risvolto molto positivo che consente di condurre una valutazione comparata su alcuni temi afferenti agli elementi di sistema. E proprio in questa direzione va il lavoro avviato da qualche mese in seno a un tavolo tecnico interregionale su alcuni temi specifici relativi alla individuazione, validazione e certificazione delle competenze rispetto ai quali le Regioni e le Province autonome stanno mettendo in trasparenza le soluzioni operative adottate da ciascuna per ottenere una rappresentazione utilmente comparabile. L’obiettivo, dunque, è quello di replicare la positiva esperienza, già messa in campo per l’adozione dei repertori regionali delle qualificazioni, quella del confronto e del mutuo scambio di metodologie, procedure ed esperienze così da offrire supporto alle realtà regionali che stanno attivando i sistemi e da favorire una riflessione fra quelle che hanno già consolidato scelte e soluzioni operative.