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Quaderni di Tecnostruttura - Quaderno del 29 marzo 2013

Introduzione

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Introduzione

di Teresa Cianni

Settore Fse - Tecnostruttura

Quando si parla di innovazione si tende generalmente ad identificare tale concetto unicamente con il cambiamento tecnologico. Negli ultimi anni, tuttavia, si è assistito ad un cambiamento di tendenza che ha portato sempre di più all’affermazione dell’idea che l’innovazione abbia anche una dimensione sociale, la quale attiene ai cambiamenti nelle abitudini e nei valori, nelle strategie, nelle politiche, nelle strutture e nei processi organizzativi, nei sistemi di erogazione dei servizi, nei metodi e nelle modalità di lavoro.

La crisi economica e le pesanti ricadute che si sono prodotte sulla collettività hanno fatto, d’altra parte, emergere con maggior vigore la necessità di dar vita ad un processo di innovazione sociale in grado di proteggere i gruppi più vulnerabili dai cambiamenti negativi in atto, di prevenire le discriminazioni e al tempo stesso di accrescere la partecipazione dei cittadini.

L’innovazione sociale ha conseguentemente assunto un ruolo significativo, a livello comunitario, nell’ambito del dibattito sulla crisi. A partire dal 2009 il presidente della Commissione europea José Manuel Durão Barroso ha avviato un’azione diretta a promuovere e valorizzare l’innovazione sociale(1), nell’ambito della quale si inscrivono anche le successive Comunicazioni con le quali la Commissione ha proposto un nuovo programma per il cambiamento e l'innovazione sociale(2) e ha avviato un’iniziativa per promuovere l’imprenditoria sociale quale leva per incoraggiare l’innovazione in tale ambito. 
L’obiettivo che la CE si propone è di favorire un’economia sociale altamente competitiva attraverso la ricerca di soluzioni originali per i problemi della società, con particolare riguardo alla lotta contro la povertà e l’esclusione, ma anche di dare impulso all’iniziativa faro “Unione dell’Innovazione” nell’ambito della Strategia Europa 2020.

L’importanza di promuovere l’innovazione sociale è stata d’altra parte rimarcata dalla CE anche nelle proposte di Regolamento dei fondi del QSC per il nuovo periodo di programmazione 2014-2020. L’innovazione sociale può essere uno strumento di attuazione delle strategie di specializzazione intelligente (Smart specialisation) sia assicurando la piena partecipazione dei soggetti coinvolti, sia supportando l’innovazione tecnologica e quella basata sulla pratica efficace(3).

Verso una definizione di innovazione sociale

Sebbene non esista una vera e propria definizione, per innovazione sociale si intende - secondo l’interpretazione data dal presidente della Commissione Barroso - “un intervento che risponde ai bisogni sociali insoddisfatti, migliorando gli outcomes sociali. L’innovazione sociale riguarda gli interventi che sono diretti a gruppi vulnerabili della società e che sanno intercettare e valorizzare la creatività delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni e degli imprenditori sociali per trovare modi nuovi di rispondere a bisogni sociali impellenti a cui non arriva un'adeguata risposta né dal settore pubblico né dal settore privato”. Ancorché tale definizione sembri orientata prioritariamente verso finalità di inclusione sociale dei soggetti vulnerabili, in senso più ampio l’innovazione sociale può riguardare altri ambiti di intervento che hanno un impatto su questioni più generali quali ad esempio la disoccupazione e l’invecchiamento della popolazione.

L’innovazione sociale può essere descritta, quindi, “come innovazione che è ‘sociale nello scopo e nei mezzi’, in quanto offre soluzioni alternative, più efficaci e sostenibili di quelle preesistenti e che creano valore aggiunto per l’intera collettività” (4). 

“Innovazione sociale può significare semplicemente un’innovazione socializzata che crea nuovi saperi tecnici o organizzativi; ma anche un approccio pragmatico ai problemi sociali che applica tecniche manageriali per risolvere problemi attuali”(5). “Questa può essere un prodotto, un metodo di produzione, un processo, o una tecnologia, ma può anche essere un principio, un'idea, una legge, un movimento sociale, un intervento, o una loro combinazione. Le innovazioni sociali sono dunque nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che incontrano bisogni sociali e allo stesso tempo creano nuove relazioni sociali o nuove collaborazioni”(6).

L'innovazione sociale non è riconoscibile solo nei risultati ma anche nel modo in cui sono raggiunti, in particolare attraverso relazioni, nuove forme di cooperazione e collaborazione che essa produce.
“Innovazione sociale è anche la capacità di innescare i cambiamenti comportamentali che sono necessari per affrontare le principali sfide delle società contemporanee. Importante è infatti il ruolo della società civile che deve essere parte attiva nella ricerca delle soluzioni più adeguate ai problemi”(7).

Principali sfide a cui l'innovazione sociale potrebbe fornire una risposta

Tra le sfide che l’innovazione sociale potrebbe contribuire ad affrontare vanno annoverate prioritariamente quelle della Strategia Europa 2020: la salute e l’invecchiamento della popolazione, l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà, la prevenzione dell’abbandono scolastico e l’innalzamento dei livelli di istruzione, la promozione di uno sviluppo sostenibile.

Il progressivo invecchiamento della popolazione fa emergere la necessità di promuovere soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita degli anziani, ad esempio attraverso la messa a punto di nuovi sistemi e servizi finalizzati ad agevolare la mobilità, il prolungamento della vita attiva e a ridurre l'isolamento sociale.

Sul versante del welfare e dell’inclusione sociale potrebbero essere sviluppati servizi nuovi basati sull'impiego di tecnologie ICT e diretti alla soluzione dei problemi delle persone diversamente abili, all'inserimento sociale e lavorativo di immigrati, al sostegno delle famiglie a basso reddito(8).
Il contrasto alla dispersione scolastica e l’innalzamento dei livelli di istruzione potrebbero essere facilitati attraverso dispositivi innovativi destinati agli studenti, in grado di supportare una didattica digitale che renda più attrattivi i percorsi di apprendimento(9).

Sul piano dello sviluppo sostenibile potenziali interventi riguarderebbero la messa a punto di tecnologie e sistemi innovativi che individuino soluzioni eco-compatibili in settori quali ad esempio: i trasporti e la mobilità terrestre; la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, l’architettura sostenibile e i materiali, ecc(10).

Il coinvolgimento del Fse nel sostegno all'innovazione sociale

Per quanto attiene al coinvolgimento del Fondo sociale europeo nel sostegno all’innovazione sociale, nel relativo progetto di Regolamento (art. 9) si prevede che gli Stati membri identifichino all’interno dei Programmi operativi i temi per l’innovazione sociale e che la Commissione europea faciliti lo sviluppo delle capacità in materia di innovazione attraverso l’apprendimento reciproco, la creazione di reti e la diffusione di buone prassi. Nella proposta di QSC, inoltre, la CE sottolinea l’opportunità di attivare proficue sinergie tra l’intervento dei Fondi strutturali e il nuovo Programma Europeo per il cambiamento e l’innovazione sociale.
Il Fse può dunque contribuire attivamente allo sviluppo dell’innovazione sociale attraverso la promozione di una cultura dell’apprendimento e di una comunità della conoscenza, lo sviluppo delle capacità e delle strutture dell’innovazione, l’identificazione dei settori prioritari per la sperimentazione sociale e l’innovazione(11). 
Il Fondo potrebbe fornire un apporto significativo attraverso: la formazione di competenze in grado di sviluppare idee progettuali per la messa a punto di tecnologie innovative, in particolare, in settori emergenti come la green economy e la white economy(12); il supporto alle imprese sociali per lo sviluppo di servizi di cura alternativi prioritariamente per i bambini; la promozione dell’imprenditorialità in ambiti specifici in cui il territorio può esprimere eccellenze, nonché il supporto alle imprese per riconvertirsi, in un’ottica di smart specialisation; il rafforzamento del capacity building degli stakeholders e degli amministratori locali al fine di sviluppare la dimensione innovativa(13); il sostegno ad azioni transnazionali per lo scambio di esperienze e buone pratiche nel campo dell’innovazione sociale(14). 
Completamente da esplorare rimane la possibilità di perseguire l’innovazione sociale attraverso l’utilizzo di strumenti che consentano di convogliare risorse, anche da diverse fonti finanziarie, in una strategia d'investimento integrata, partecipata o diretta alla semplificazione (ITI, Led local initiatives, nonché JAP).

In concreto, alcune iniziative che si potrebbero mettere in campo attraverso le risorse del Fse, in linea generale già presenti nelle programmazioni attuative e nell’esperienza di molte Regioni, potrebbero riguardare: 
- Il sostegno all’imprenditorialità sociale agevolando l’accesso ai finanziamenti privati(15).
Le imprese sociali hanno innanzitutto difficoltà a reperire finanziamenti, il cui fabbisogno varia in funzione del loro livello di sviluppo (sostegno all’idea, sviluppo di progetti pilota o di prototipi, sviluppo su larga scala). L’erogazione di contributi a supporto delle imprese sociali potrebbe avere un effetto leva incoraggiando anche gli attori privati ad investire in queste imprese, attraverso acquisizioni di capitale o prestiti(16).
Possibili modalità di finanziamento sono da individuarsi nei prestiti convertibili e prestiti di equità, che possono essere richiesti dalle imprese sociali al fine di ampliare il capitale sociale.
Si potrebbero altresì incentivare i potenziali consumatori, sfruttando le potenzialità offerte dalla rete internet, a partecipare a questo tipo di imprese attraverso il conferimento di quote di finanziamento (Crowdfunding).
Una filiera di interventi potrebbe riguardare il sostegno ad imprese che offrono servizi di conciliazione, atteso che la difficoltà di conciliare lavoro e responsabilità familiari rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo professionale e all’occupabilità soprattutto delle donne.
Si potrebbero altresì supportare le imprese sociali che offrono servizi per i migranti; queste ultime sviluppano sovente soluzioni innovative che consentono di accrescerne la produttività dando loro l’opportunità di offrire a tale target migliori servizi sociali e sanitari ecc.

- La promozione dell'occupazione per i gruppi vulnerabili(17).
Il Fse potrebbe mirare non solo all’occupabilità dei soggetti svantaggiati ma, al fine di conferire carattere di innovatività all’intervento, dovrebbe altresì puntare all’empowerment dei soggetti svantaggiati per far sì che essi contribuiscano attivamente al miglioramento dell’efficienza dell’azienda presso cui sono occupati.
Sul versante dell’imprenditorialità sarebbe opportuno potenziare la disponibilità e l'accessibilità di microfinanziamenti  per la creazione di micro imprese innovative e sociali, al fine di incentivare forme di autoimpiego.

- Il rafforzamento delle capacità manageriali, la professionalizzazione e la creazione di reti tra imprenditori innovativi, mondo accademico e della ricerca(18).
Il Fse potrebbe d’altro canto svolgere un ruolo significativo anche sotto il profilo della professionalizzazione, agevolando l’acquisizione delle competenze tecniche che possano aiutare gli imprenditori, soprattutto giovani, a garantire una buona gestione e la crescita della loro impresa in un’ottica sociale. A tale scopo la formazione dei leader d'impresa e dei manager di organizzazioni no-profit per renderli idonei a svolgere ruoli nell'economia sociale, potrebbe essere abbinata a servizi di consulenza e accompagnamento alla conduzione di un’impresa sociale.
Si potrebbe altresì sostenere la creazione di partenariati tra sistema produttivo e mondo accademico e della ricerca (poli di innovazione sociale) allo scopo di creare incubatori per lo sviluppo di nuove imprese sociali.
Tuttavia l’intervento a favore del tessuto produttivo può essere rivolto a tutti gli operatori economici, ma avere una spiccata connotazione all’innovazione sociale(19).

- Gli interventi di promozione e diffusione della responsabilità sociale all’interno delle imprese(20).  
Il Fse potrebbe del resto incentivare la responsabilità sociale d’impresa quale motore della competitività delle stesse, cercando di aumentare l’attrattività e di far emergere i vantaggi dell’essere responsabile, al fine di incoraggiare le imprese ad intraprendere questi percorsi, anche attraverso strumenti di orientamento e autovalutazione rispetto a criteri e parametri in tema di RSI.
Dalla responsabilità sociale delle imprese può venire in effetti un grande impulso per sostenere modelli alternativi di organizzazione del lavoro e in generale lo sviluppo della conciliazione famiglia-lavoro, per la costruzione di risultati duraturi e di una cultura della responsabilità e della parità, nell'ottica di una vera e propria responsabilità sociale di territorio.
Integrare la responsabilità sociale nel business significa innescare, di fatto, un meccanismo virtuoso che spinge le aziende ad attivarsi per ricercare modelli innovativi che consentano di riconciliare business e società, creare valore economico in modalità tali da generare contemporaneamente valore per la società, rispondendo a un tempo alle necessità stesse dell’azienda e alle esigenze di tipo sociale.

Conclusioni

Le riflessioni svolte portano a concludere che l'innovazione sociale può essere concepita, in sintesi, come un nuovo modo di intraprendere un progetto che sappia offrire risposte nuove ai bisogni emergenti a livello di comunità.
Il presupposto essenziale è la capacità di fare sistema mettendo insieme diversi attori (istituzioni, associazioni e cittadini) che contribuiscono sia sul piano degli strumenti che nella definizione dei contenuti.
Le amministrazioni pubbliche possono giocare un ruolo importante in questa partita attraverso l’informazione, la formazione gli incentivi, la creazione di occasioni per lo scambio di esperienze e l’apprendimento dai casi di successo.

Le iniziative di innovazione sociale sono del resto suscettibili di produrre effetti positivi su diversi soggetti: sia le imprese che sono incentivate a ricercare soluzioni tecnologiche o modelli innovativi per risolvere le criticità della società, sia i cittadini che sono coinvolti in un processo partecipativo nella costruzione delle soluzioni più adeguate ai loro problemi.

La CE riconosce, cionondimeno, l’esistenza di diversi ostacoli ad una sperimentazione efficace dell’innovazione sociale: l’insufficiente conoscenza del settore, una definizione dai contorni ancora troppo sfumati, un limitato sostegno finanziario alle imprese sociali unitamente all’assenza di un quadro normativo europeo che vada a rafforzarne il ruolo e migliorarne le condizioni di funzionamento(21), la scarsa diffusione di buone pratiche, l’insufficiente disponibilità di metodi di valutazione d’impatto che diano evidenza del valore aggiunto prodotto dagli interventi di innovazione sociale(22). 

Tali considerazioni hanno recentemente indotto il Comitato delle Regioni e il Comitato economico e sociale ad intervenire per sottolineare l’importanza di definire più chiaramente i concetti di innovazione sociale e cambiamento sociale e ad invitare la Commissione a precisare gli obiettivi che intende perseguire. Ciò risulta infatti imprescindibile per conferire incisività allo strumento dell’innovazione sociale(23).

Verso una definizione di innovazione sociale

Sebbene non esista una vera e propria definizione, per innovazione sociale si intende - secondo l’interpretazione data dal presidente della Commissione Barroso - “un intervento che risponde ai bisogni sociali insoddisfatti, migliorando gli outcomes sociali. L’innovazione sociale riguarda gli interventi che sono diretti a gruppi vulnerabili della società e che sanno intercettare e valorizzare la creatività delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni e degli imprenditori sociali per trovare modi nuovi di rispondere a bisogni sociali impellenti a cui non arriva un'adeguata risposta né dal settore pubblico né dal settore privato”. Ancorché tale definizione sembri orientata prioritariamente verso finalità di inclusione sociale dei soggetti vulnerabili, in senso più ampio l’innovazione sociale può riguardare altri ambiti di intervento che hanno un impatto su questioni più generali quali ad esempio la disoccupazione e l’invecchiamento della popolazione.

L’innovazione sociale può essere descritta, quindi, “come innovazione che è ‘sociale nello scopo e nei mezzi’, in quanto offre soluzioni alternative, più efficaci e sostenibili di quelle preesistenti e che creano valore aggiunto per l’intera collettività” (4). 

“Innovazione sociale può significare semplicemente un’innovazione socializzata che crea nuovi saperi tecnici o organizzativi; ma anche un approccio pragmatico ai problemi sociali che applica tecniche manageriali per risolvere problemi attuali”(5). “Questa può essere un prodotto, un metodo di produzione, un processo, o una tecnologia, ma può anche essere un principio, un'idea, una legge, un movimento sociale, un intervento, o una loro combinazione. Le innovazioni sociali sono dunque nuove idee (prodotti, servizi e modelli) che incontrano bisogni sociali e allo stesso tempo creano nuove relazioni sociali o nuove collaborazioni”(6).

L'innovazione sociale non è riconoscibile solo nei risultati ma anche nel modo in cui sono raggiunti, in particolare attraverso relazioni, nuove forme di cooperazione e collaborazione che essa produce.
“Innovazione sociale è anche la capacità di innescare i cambiamenti comportamentali che sono necessari per affrontare le principali sfide delle società contemporanee. Importante è infatti il ruolo della società civile che deve essere parte attiva nella ricerca delle soluzioni più adeguate ai problemi”(7).

Principali sfide a cui l'innovazione sociale potrebbe fornire una risposta

Tra le sfide che l’innovazione sociale potrebbe contribuire ad affrontare vanno annoverate prioritariamente quelle della Strategia Europa 2020: la salute e l’invecchiamento della popolazione, l’inclusione sociale e il contrasto alla povertà, la prevenzione dell’abbandono scolastico e l’innalzamento dei livelli di istruzione, la promozione di uno sviluppo sostenibile.

Il progressivo invecchiamento della popolazione fa emergere la necessità di promuovere soluzioni innovative per migliorare la qualità della vita degli anziani, ad esempio attraverso la messa a punto di nuovi sistemi e servizi finalizzati ad agevolare la mobilità, il prolungamento della vita attiva e a ridurre l'isolamento sociale.

Sul versante del welfare e dell’inclusione sociale potrebbero essere sviluppati servizi nuovi basati sull'impiego di tecnologie ICT e diretti alla soluzione dei problemi delle persone diversamente abili, all'inserimento sociale e lavorativo di immigrati, al sostegno delle famiglie a basso reddito(8).
Il contrasto alla dispersione scolastica e l’innalzamento dei livelli di istruzione potrebbero essere facilitati attraverso dispositivi innovativi destinati agli studenti, in grado di supportare una didattica digitale che renda più attrattivi i percorsi di apprendimento(9).

Sul piano dello sviluppo sostenibile potenziali interventi riguarderebbero la messa a punto di tecnologie e sistemi innovativi che individuino soluzioni eco-compatibili in settori quali ad esempio: i trasporti e la mobilità terrestre; la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, l’architettura sostenibile e i materiali, ecc(10).

Il coinvolgimento del Fse nel sostegno all'innovazione sociale

Per quanto attiene al coinvolgimento del Fondo sociale europeo nel sostegno all’innovazione sociale, nel relativo progetto di Regolamento (art. 9) si prevede che gli Stati membri identifichino all’interno dei Programmi operativi i temi per l’innovazione sociale e che la Commissione europea faciliti lo sviluppo delle capacità in materia di innovazione attraverso l’apprendimento reciproco, la creazione di reti e la diffusione di buone prassi. Nella proposta di QSC, inoltre, la CE sottolinea l’opportunità di attivare proficue sinergie tra l’intervento dei Fondi strutturali e il nuovo Programma Europeo per il cambiamento e l’innovazione sociale.
Il Fse può dunque contribuire attivamente allo sviluppo dell’innovazione sociale attraverso la promozione di una cultura dell’apprendimento e di una comunità della conoscenza, lo sviluppo delle capacità e delle strutture dell’innovazione, l’identificazione dei settori prioritari per la sperimentazione sociale e l’innovazione(11). 
Il Fondo potrebbe fornire un apporto significativo attraverso: la formazione di competenze in grado di sviluppare idee progettuali per la messa a punto di tecnologie innovative, in particolare, in settori emergenti come la green economy e la white economy(12); il supporto alle imprese sociali per lo sviluppo di servizi di cura alternativi prioritariamente per i bambini; la promozione dell’imprenditorialità in ambiti specifici in cui il territorio può esprimere eccellenze, nonché il supporto alle imprese per riconvertirsi, in un’ottica di smart specialisation; il rafforzamento del capacity building degli stakeholders e degli amministratori locali al fine di sviluppare la dimensione innovativa(13); il sostegno ad azioni transnazionali per lo scambio di esperienze e buone pratiche nel campo dell’innovazione sociale(14). 
Completamente da esplorare rimane la possibilità di perseguire l’innovazione sociale attraverso l’utilizzo di strumenti che consentano di convogliare risorse, anche da diverse fonti finanziarie, in una strategia d'investimento integrata, partecipata o diretta alla semplificazione (ITI, Led local initiatives, nonché JAP).

In concreto, alcune iniziative che si potrebbero mettere in campo attraverso le risorse del Fse, in linea generale già presenti nelle programmazioni attuative e nell’esperienza di molte Regioni, potrebbero riguardare: 
- Il sostegno all’imprenditorialità sociale agevolando l’accesso ai finanziamenti privati(15).
Le imprese sociali hanno innanzitutto difficoltà a reperire finanziamenti, il cui fabbisogno varia in funzione del loro livello di sviluppo (sostegno all’idea, sviluppo di progetti pilota o di prototipi, sviluppo su larga scala). L’erogazione di contributi a supporto delle imprese sociali potrebbe avere un effetto leva incoraggiando anche gli attori privati ad investire in queste imprese, attraverso acquisizioni di capitale o prestiti(16).
Possibili modalità di finanziamento sono da individuarsi nei prestiti convertibili e prestiti di equità, che possono essere richiesti dalle imprese sociali al fine di ampliare il capitale sociale.
Si potrebbero altresì incentivare i potenziali consumatori, sfruttando le potenzialità offerte dalla rete internet, a partecipare a questo tipo di imprese attraverso il conferimento di quote di finanziamento (Crowdfunding).
Una filiera di interventi potrebbe riguardare il sostegno ad imprese che offrono servizi di conciliazione, atteso che la difficoltà di conciliare lavoro e responsabilità familiari rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo professionale e all’occupabilità soprattutto delle donne.
Si potrebbero altresì supportare le imprese sociali che offrono servizi per i migranti; queste ultime sviluppano sovente soluzioni innovative che consentono di accrescerne la produttività dando loro l’opportunità di offrire a tale target migliori servizi sociali e sanitari ecc.

- La promozione dell'occupazione per i gruppi vulnerabili(17).
Il Fse potrebbe mirare non solo all’occupabilità dei soggetti svantaggiati ma, al fine di conferire carattere di innovatività all’intervento, dovrebbe altresì puntare all’empowerment dei soggetti svantaggiati per far sì che essi contribuiscano attivamente al miglioramento dell’efficienza dell’azienda presso cui sono occupati.
Sul versante dell’imprenditorialità sarebbe opportuno potenziare la disponibilità e l'accessibilità di microfinanziamenti  per la creazione di micro imprese innovative e sociali, al fine di incentivare forme di autoimpiego.

- Il rafforzamento delle capacità manageriali, la professionalizzazione e la creazione di reti tra imprenditori innovativi, mondo accademico e della ricerca(18).
Il Fse potrebbe d’altro canto svolgere un ruolo significativo anche sotto il profilo della professionalizzazione, agevolando l’acquisizione delle competenze tecniche che possano aiutare gli imprenditori, soprattutto giovani, a garantire una buona gestione e la crescita della loro impresa in un’ottica sociale. A tale scopo la formazione dei leader d'impresa e dei manager di organizzazioni no-profit per renderli idonei a svolgere ruoli nell'economia sociale, potrebbe essere abbinata a servizi di consulenza e accompagnamento alla conduzione di un’impresa sociale.
Si potrebbe altresì sostenere la creazione di partenariati tra sistema produttivo e mondo accademico e della ricerca (poli di innovazione sociale) allo scopo di creare incubatori per lo sviluppo di nuove imprese sociali.
Tuttavia l’intervento a favore del tessuto produttivo può essere rivolto a tutti gli operatori economici, ma avere una spiccata connotazione all’innovazione sociale(19).

- Gli interventi di promozione e diffusione della responsabilità sociale all’interno delle imprese(20).  
Il Fse potrebbe del resto incentivare la responsabilità sociale d’impresa quale motore della competitività delle stesse, cercando di aumentare l’attrattività e di far emergere i vantaggi dell’essere responsabile, al fine di incoraggiare le imprese ad intraprendere questi percorsi, anche attraverso strumenti di orientamento e autovalutazione rispetto a criteri e parametri in tema di RSI.
Dalla responsabilità sociale delle imprese può venire in effetti un grande impulso per sostenere modelli alternativi di organizzazione del lavoro e in generale lo sviluppo della conciliazione famiglia-lavoro, per la costruzione di risultati duraturi e di una cultura della responsabilità e della parità, nell'ottica di una vera e propria responsabilità sociale di territorio.
Integrare la responsabilità sociale nel business significa innescare, di fatto, un meccanismo virtuoso che spinge le aziende ad attivarsi per ricercare modelli innovativi che consentano di riconciliare business e società, creare valore economico in modalità tali da generare contemporaneamente valore per la società, rispondendo a un tempo alle necessità stesse dell’azienda e alle esigenze di tipo sociale.

Conclusioni

Le riflessioni svolte portano a concludere che l'innovazione sociale può essere concepita, in sintesi, come un nuovo modo di intraprendere un progetto che sappia offrire risposte nuove ai bisogni emergenti a livello di comunità.
Il presupposto essenziale è la capacità di fare sistema mettendo insieme diversi attori (istituzioni, associazioni e cittadini) che contribuiscono sia sul piano degli strumenti che nella definizione dei contenuti.
Le amministrazioni pubbliche possono giocare un ruolo importante in questa partita attraverso l’informazione, la formazione gli incentivi, la creazione di occasioni per lo scambio di esperienze e l’apprendimento dai casi di successo.

Le iniziative di innovazione sociale sono del resto suscettibili di produrre effetti positivi su diversi soggetti: sia le imprese che sono incentivate a ricercare soluzioni tecnologiche o modelli innovativi per risolvere le criticità della società, sia i cittadini che sono coinvolti in un processo partecipativo nella costruzione delle soluzioni più adeguate ai loro problemi.

La CE riconosce, cionondimeno, l’esistenza di diversi ostacoli ad una sperimentazione efficace dell’innovazione sociale: l’insufficiente conoscenza del settore, una definizione dai contorni ancora troppo sfumati, un limitato sostegno finanziario alle imprese sociali unitamente all’assenza di un quadro normativo europeo che vada a rafforzarne il ruolo e migliorarne le condizioni di funzionamento(21), la scarsa diffusione di buone pratiche, l’insufficiente disponibilità di metodi di valutazione d’impatto che diano evidenza del valore aggiunto prodotto dagli interventi di innovazione sociale(22). 

Tali considerazioni hanno recentemente indotto il Comitato delle Regioni e il Comitato economico e sociale ad intervenire per sottolineare l’importanza di definire più chiaramente i concetti di innovazione sociale e cambiamento sociale e ad invitare la Commissione a precisare gli obiettivi che intende perseguire. Ciò risulta infatti imprescindibile per conferire incisività allo strumento dell’innovazione sociale(23).