La prima fase dei lavori: verso un documento di linee guida delle Regioni
di Pamela Ciavoni
Settore Lavoro - Tecnostruttura
Il campo della formazione regolamentata si è recentemente arricchito di una nuova attività professionale normata, sulla quale si è concentrata nell’ultimo anno un’intensa attività di approfondimento da parte delle Regioni. Stiamo parlando dell’attività di manutenzione del verde disciplinata dall’art. 12 della legge 154/2016 (cd. Collegato Agricoltura) che ha stabilito che tutte le aziende operanti in attività di costruzione, sistemazione e manutenzione di verde pubblico e privato per conto di terzi debbano essere in possesso di requisiti ben precisi e vincolanti, tra cui un attestato di idoneità rilasciato a seguito della frequenza di un corso di formazione regionale.
L’approfondimento maturato nel Gruppo Professioni della IX Commissione della Conferenza delle Regioni - che ha coinvolto anche i rappresentanti del coordinamento Agricoltura - ha messo da subito in evidenza una criticità della legge, quindi la mancanza di una norma transitoria volta a regolare l’effettiva entrata in vigore dell’obbligo di acquisizione dell’attestato di idoneità da parte delle nuove imprese del settore. Inoltre, è stata rilevata dalle Regioni la mancanza di una norma di salvaguardia della professionalità acquisita da coloro che risultino già attivi nella funzione di manutentore del verde o che abbiano conseguito un titolo di studio qualificante. Tutte queste problematiche sono state rappresentate al ministero delle Politiche Agricole, con una nota trasmessa per richiedere anche la definizione di linee guida nazionali, condivise con le Regioni, per la formazione e l’abilitazione dei manutentori del verde. Tale ultima richiesta, peraltro, è stata condivisa anche dal ministero dello Sviluppo Economico che ha segnalato al ministero dell’Agricoltura la medesima necessità di affrontare la fase transitoria e predisporre linee condivise per la formazione.
Nei mesi successivi, preso atto del mancato riscontro del ministero dell’Agricoltura, le Regioni hanno proceduto con senso di responsabilità nei confronti delle insistenti richieste delle imprese che, sui vari territori, sollecitavano l’attivazione della formazione necessaria ad ottenere l’idoneità a svolgere la professione, al fine di non vedersi escluse dalla possibilità di esercitare la propria attività. Obiettivo centrale, data la valenza nazionale della “figura” regolamentata, è stato quello di condividere uno standard professionale e formativo per tutte le Regioni, così da non creare discriminazioni a livello territoriale e garantire il riconoscimento dei titoli ovunque rilasciati.
Dopo un lungo lavoro istruttorio, che ha preso in considerazione e sintetizzato quanto già esistente a livello territoriale in relazione ai profili professionali e ai percorsi formativi, i coordinamenti interregionali formazione/professioni e agricoltura, hanno condiviso il documento relativo allo “Standard professionale e formativo della figura professionale di manutentore del verde”, approvato in Conferenza delle Regioni lo scorso 8 giugno 2017. Il documento è stato successivamente trasmesso al ministero delle Politiche Agricole per sollecitare nuovamente un intervento normativo che individuasse i casi di esonero dalla formazione, coinvolgendo sul tema anche le associazioni di categoria.
La seconda fase: il confronto con le amministrazioni centrali per la stipula dell'Accordo
Verso la fine del 2017 ha avuto luogo l’atteso confronto con il ministero delle Politiche Agricole e le associazioni di categoria che ha coinvolto anche le Regioni del coordinamento Agricoltura. Al centro della discussione c’è stata una proposta di modifica dello Standard professionale e formativo approvato dalla Conferenza delle Regioni, che tenesse in considerazione alcune richieste delle associazioni di categoria, prima fra tutte quella di elevare il numero di ore di formazione.
Nelle riunioni che si sono tenute nella sede tecnica della Conferenza Unificata, pertanto, un grande sforzo è stato fatto per esaminare puntualmente le varie richieste di emendamento, con i referenti della Conferenza dei Presidenti che hanno espresso la necessità di individuare una idonea procedura per un confronto finalizzato al miglioramento e all’integrazione dell’Accordo dei Presidenti, non essendo accettabile invece una modifica sic et simpliciter dell’Accordo su temi di pertinenza esclusiva delle Regioni come la formazione professionale. Inoltre, è stata manifestata la necessità per i rappresentanti tecnici delle Regioni di ricevere un mandato dalle rispettive Commissioni Formazione/Professioni e Agricoltura che fosse la base per riprendere il lavoro tecnico, condividere una posizione nei coordinamenti settoriali e partecipare alle ulteriori occasioni di confronto con il Ministero. Da ultimo, ma non meno importante, è stato affrontato il tema della salvaguardia delle abilitazioni già conseguite nel periodo di vigenza dell’Accordo dei Presidenti, con i corsi di formazione già avviati dalle Regioni nei mesi successivi a giugno 2017.
Fatte queste doverose premesse, il testo definitivo proposto in sede tecnica ha individuato alcuni punti fondamentali:
- Previsioni di appositi casi di esenzione dal percorso formativo per alcune categorie di soggetti in possesso di titolo di studio/qualifica professionale regionale o esperienza professionale maturata.
- Immediata abilitazione per i soggetti esentati dal corso di formazione, senza quindi la necessità di prevedere un esame abilitante.
- Revisione della durata del corso di formazione, con un aumento del numero delle ore, su richiesta delle associazioni di categoria per necessità di tutela del settore.
Anche il ministero del Lavoro ha fornito il suo contributo ai lavori tecnici, proponendo una specifica esenzione dal corso di formazione – che è stata prontamente accolta dalle Regioni – relativa ai soggetti in possesso di talune qualifiche e diplomi del sistema dell’Istruzione e Formazione Professionale.
Altre questioni sollevate, ritenute non riconducibili ad un Accordo Stato - Regioni perché implicanti una disciplina ex novo non prevista dalla legge, sono state la richiesta del ministero delle Politiche Agricole di introdurre un registro unico regionale dei manutentori e la previsione di corsi di aggiornamento periodici per gli occupati.
Il testo finale dell’Accordo Stato - Regioni, che ha così introdotto modifiche e integrazioni al precedente documento della Conferenza delle Regioni sul tema dell’abilitazione professionale per l’attività di manutenzione del verde, è stato approvato il 22 febbraio 2018.
In allegato l'Accordo Stato - Regioni.