Le aree interne in Regione Sardegna
di Roberto Doneddu
Autorità di Gestione del PO FSE 2014-2020 della Regione Sardegna
di Maria Pace
Collaboratrice di Tecnostruttura nell'ambito del “Progetto Mezzogiorno"
Nell’ambito delle politiche di sviluppo territoriale, la Regione Sardegna attraverso le risorse del POR FSE 2014/2020, ha avviato e sta realizzando un importante intervento per promuovere il potenziamento della “Green & Blue Economy”; l’iniziativa si inserisce in un più ampio sistema di azioni complementari e sinergiche che prevedono il cofinanziamento sia del FSE che del FESR, al fine di realizzare un’integrazione tra:
• azioni formative, attraverso le quali si intendono rafforzare le competenze professionali dei destinatari e favorirne l’inserimento lavorativo;
• azioni di sviluppo locale, finalizzate alla creazione di nuove realtà imprenditoriali e al consolidamento di quelle esistenti, grazie alle innovazioni di processo e di prodotto nei settori emergenti della “Green & Blue Economy”.
Alcune linee di attività dell’iniziativa, di cui si darà una descrizione a seguire, sono particolarmente attente al tema delle aree interne con l’obiettivo di dare un contributo alle politiche di contrasto dello spopolamento.
In ambito regionale, sono 315 i comuni classificati quali “aree interne”, pari al 83,55%, contro il 51,71% a livello nazionale; occorre considerare anche la dimensione demografica media dei comuni sardi che presentano una densità ben al di sotto dei valori nazionali (41,9 abitanti nelle aree interne della Sardegna e 73,8 in quelle a livello nazionale). Secondo alcuni recenti studi, 31 comuni su 377 sarebbero a rischio estinzione entro i prossimi sessant’anni: 4 in montagna, 26 in aree collinari interne e uno in zona di collina litoranea.
Lo spopolamento, si sa, è un fenomeno diffuso e composito, non solo sardo e non solo italiano. La dotazione di servizi, le infrastrutture, la possibilità di mobilità, assieme a economia e lavoro sono certamente fattori determinanti, ma non sono però gli unici: un fattore multidimensionale è l’affermazione egemonica, non da oggi, di un modello di vita “urbano” che ingloba molti dei fattori precedenti, con l’aggiunta di un fattore difficilmente quantificabile che riguarda la densità dei reticoli sociali (network).
L’unico efficace antidoto alla grande fuga dalle zone interne è il lavoro, perché se c’è lavoro i giovani restano nella loro terra e lì costruiscono il loro futuro, mettendo in moto un meccanismo virtuoso che muove l’economia e genera sviluppo. È fondamentale allo stesso tempo l’aggregazione dei Comuni, soprattutto i più piccoli, per garantire quei servizi che non è pensabile avere in ogni centro, e dunque per assicurare una buona qualità della vita.
La Regione, in accordo con quanto indicato nel Rapporto Barca, si è mossa e si sta muovendo consapevole che il contrasto attivo dello spopolamento deve comportare un intervento diretto su due macro ambiti interdipendenti e fortemente integrati: il “mercato” e il “lavoro”. Il mercato, ovvero il rilancio della produzione di beni e servizi a livello territoriale, deve essere capace di creare lavoro, affinché la popolazione residente possa vedere soddisfatta la propria domanda di lavoro e, di conseguenza, si inverta la tendenza allo spopolamento. Allo stesso tempo, l’offerta di lavoro a livello territoriale rappresenta una delle condizioni necessarie per incidere positivamente sui saldi migratori. Da un lato, in assenza di lavoro e di servizi di comunità il territorio muore; dall’altro, senza servizi essenziali di “cittadinanza” non ci saranno residenza, offerta di lavoro e la possibilità di costruire un progetto di sviluppo locale.
In tale direzione la Regione Sardegna sta attuando una propria Strategia Regionale Aree Interne (SRAI), in stretta complementarietà con la Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI/ITI), basata sul coinvolgimento diretto dei territori e sulla loro capacità di auto-organizzazione e co-pianificazione, con il supporto della Regione, individuando propri drivers di sviluppo.
Le due strategie sono accomunate dall’assunto che le Aree Interne non sono necessariamente deboli, ma al contrario hanno un potenziale di ricchezze naturali, paesaggistiche e di saperi tradizionali significativo, che è in grado di determinare la ripresa economica locale e contribuire alla crescita competitiva dell'intero sistema regionale. L’individuazione dei territori pilota oggetto della SNAI è stata attuata in stretta collaborazione fra il Dipartimento per le Politiche di Sviluppo (DPS) e la Regione. Il processo di selezione delle aree ha individuato 2 aree pilota: l’Alta Marmilla, prima area destinataria, e il Gennargentu – Mandrolisai, nella quale la Regione Sardegna intende operare in seconda battuta, anche con il contributo di risorse ordinarie della regione (DGR 6/13 del 2015).
Il FSE in stretto raccordo con il FESR consentirà l’attuazione della Strategia Aree Interne attraverso il ricorso a specifici Accordi di Programma, o di avvisi pubblici a valenza territoriale, nelle aree interessate dalla SRAI o da altre strategie di sviluppo locale quali ad esempio il Piano straordinario di rilancio del Nuorese, con i seguenti obiettivi:
• tutelare il territorio e la sicurezza degli abitanti;
• promuovere la specificità naturale, culturale e del paesaggio;
• rilanciare lo sviluppo ed il lavoro attraverso l’uso di risorse potenziali non utilizzate;
• realizzare un miglioramento nei livelli di erogazione dei servizi fondamentali.
La Smart Specialisation Strategy
L’intervento “Green & Blue Economy” è espressione chiara dell’applicazione della Smart Specialisation Strategy. La politica di coesione 2014/2020, nel sostenere le priorità di Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, attribuisce un ruolo rilevante all’elaborazione di strategie di specializzazione intelligente, rivolte ad individuare le eccellenze del territorio e le relative potenzialità di sviluppo. La comunicazione della Commissione Europea COM (2010)553 “Il contributo della politica regionale alla crescita intelligente nell’ambito di Europa 2020” definisce il ruolo della Smart Specialisation Strategy (S3) nelle politiche regionali, precisando che essa eÌ€ finalizzata alla concentrazione degli interventi di policy non su specifici settori, ma su “ambiti applicativi”, quali ad esempio aree di ricerca e innovazione o di mercati ad alto valore aggiunto in cui le Regioni possono contare su un vantaggio competitivo.
Oggi le traiettorie di sviluppo della Regione Sardegna non interessano soltanto aree di innovazione “verticali”, relative a specifici settori, ma anche quegli “ambiti specialistici” e tecnologici che tendono a convergere ed integrarsi in aree diverse, nei quali la Sardegna ha migliori opportunità di sviluppare prodotti e/o servizi innovativi, anche se collocati in particolari nicchie di mercato.
L’individuazione delle specializzazioni ritenute prioritarie, nelle quali la Regione gode di un vantaggio competitivo, eÌ€ stata realizzata in Sardegna attraverso una governance partecipativa e democratica sul territorio: a partire dal 2014 e per tutto il 2015 tale processo eÌ€ stato caratterizzato da momenti di scambio e conoscenza con i principali portatori d’interesse a livello regionale, effettuati sia con incontri/focus group sia con l’ausilio di strumenti specifici, quali questionari ed interazioni tramite la piattaforma web Sardegna ParteciPA.
Con la deliberazione della Giunta regionale n. 43/12 del 01.09.2015 (“CondizionalitaÌ€ ex-ante – POR FESR 2014-2020. Indirizzi per la definizione della Strategia di Specializzazione Intelligente della Sardegna e della sua governance”) la Sardegna, nel rispetto degli indirizzi comunitari, ha selezionato le Aree Prioritarie di Specializzazione e ha dato mandato all’Autorità di Gestione del POR FESR Sardegna 2014/2020 di proseguire nel processo di definizione della S3. Le aree che in prima istanza hanno mostrato il maggiore potenziale di innovazione competitivo sono state individuate in biomedicina, ICT, agrifood, aerospazio, turismo e beni culturali, reti intelligenti per la gestione efficiente dell’energia.
L’attuazione della Strategia di Specializzazione Intelligente in Sardegna, al pari dei Programmi Operativi co-finanziati dai Fondi SIE 2014/2020, prevede l’investimento di risorse per favorire ricerca e innovazione, per integrare settori specialistici diversi in ambiti applicativi comuni, creare nuove opportunità di lavoro e filiere di valore, che distribuiscano i benefici e creino opportunità di contaminazione tra un settore e un altro.
La Regione Sardegna, inoltre, è attualmente impegnata in un generale processo di riforma che interessa tanto il sistema delle autonomie locali (L.R. n. 2 del 4/02/2016) quanto gli operatori economici pubblici e privati del territorio, che costituiscono parte attiva dei processi di sviluppo locale.
Con la legge regionale n. 2/2016 la Regione ha disciplinato l’articolazione territoriale, l’ordinamento e lo svolgimento delle funzioni amministrative degli enti locali, valorizzando l’associazionismo intercomunale con particolare riferimento all’esercizio obbligatorio in forma associata di funzioni e servizi e alla promozione delle Unioni di Comuni, soprattutto nelle aree con maggiore disagio socio-economico, nelle aree interne e rurali e nei piccoli comuni, ispirando gli strumenti della programmazione e le politiche di sviluppo ai valori della coesione e della diffusione equilibrata della crescita economica e sociale.
Con l'Atto di indirizzo strategico per la Programmazione Unitaria 2014-2020 (D.G.R. n. 19/9 del 27.5.2014) la Giunta regionale ha adottato un approccio strategico unitario per l’utilizzo delle risorse derivanti da fonte comunitaria, nazionale e regionale. Le deliberazioni della Giunta regionale n. 9/16 e n. 9/22 del 10.3.2015, recanti rispettivamente “Indirizzi per la realizzazione del modello di Governance per la Programmazione Unitaria 2014-2020” ed “Indirizzi per l’attuazione della Programmazione Territoriale” hanno formalizzato l’adozione di tale impostazione nell’attuazione delle politiche di sviluppo territoriale in Sardegna e l’unitarietà programmatica, finanziaria e di governance degli interventi da realizzare sul territorio regionale, prevedendo, in tal modo, una visione organica dello sviluppo, potenziando l’efficacia degli strumenti ed ottimizzandone l’incidenza sul territorio.
La Strategia 5.8 del Programma Regionale di Sviluppo (PRS) - Programmazione Territoriale individua un approccio integrato di sviluppo per la valorizzazione delle aree interne e rurali, in grado di tesorizzare quanto già realizzato nelle aree LEADER. Infatti, il nuovo Programma di Sviluppo Rurale e la Strategia Nazionale Aree Interne prevedono l’applicazione di tale modello anche agli altri territori della Sardegna, sulla base di una nuova strategia di Programmazione Territoriale che parta dal basso e coinvolga i territori secondo gli ambiti individuati dalla legge regionale di riordino del sistema delle autonomie locali (L.R. 2/2016). La scelta di tale approccio di Programmazione territoriale consentirà di affrontare i problemi su scala locale, costruendo strategie territoriali di tipo integrato ed intervenendo su filiere locali specifiche, in grado di migliorare la competitività del sistema produttivo regionale attraverso una combinazione delle linee d’azione dei diversi fondi e strumenti, in base alle caratteristiche del territorio o della filiera su cui si intende intervenire.
L’approccio LEADER allo Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo (CLLD – Community-Led Local Development) si eÌ€ rivelato, nei precedenti cicli di programmazione, un importante ed efficace strumento per l’attuazione di politiche di sviluppo, tanto da costituire, come sopra anticipato, la base del CLLD anche nella programmazione 2014/2020. Il quadro giuridico che disciplina, nella nuova programmazione, lo Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo rafforza l’aspetto integrato dell’approccio, attraverso l’adozione di norme comuni e di regole armonizzate per i fondi SIE coinvolti, con l’obiettivo di incoraggiare il sostegno ad un’unica strategia di Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo da parte di più fondi e di semplificarne l’attuazione per i beneficiari. A tal fine, eÌ€ stata prevista l’adozione di una metodologia unica e un supporto dei fondi SIE interessati coerente e coordinato. La metodologia comune adottata focalizza l’attenzione su territori sub regionali specifici, prevede il coinvolgimento di gruppi di azione, costituiti da rappresentanti degli interessi socio economici locali, pubblici e privati.
L’obiettivo eÌ€ quello di consentire a tutti i territori coinvolti di usufruire del sostegno della UE per il potenziamento delle proprie capacitaÌ€, attraverso la creazione di collegamenti tra le aree urbane, rurali e di pesca, e di permettere un uso integrato dei fondi per l’attuazione di strategie di sviluppo locale.
In tale contesto, anche in Sardegna sono state avviate le procedure di evidenza pubblica per la selezione dei protagonisti dello Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo ed il conseguente finanziamento dei relativi piani di sviluppo locale, ovvero:
• i Gruppi di Azione Locale (GAL) - partenariato tra soggetti pubblici e privati rappresentativi delle popolazioni rurali e delle organizzazioni degli operatori economici presenti nel territorio - che costituiscono strumento di attuazione del FEASR, attraverso strategie territoriali di sviluppo locale integrate e multisettoriali che dovranno riferirsi ad ambiti territoriali che assicurino integrità e contiguitaÌ€ territoriale delle Unioni di Comuni;
• i Gruppi di Azione locale nel settore della pesca (Fisheries Local Action Groups - FLAG) - partenariato tra soggetti pubblici e privati - che costituiscono lo strumento della programmazione comunitaria (FEAMP) per la realizzazione di interventi integrati finalizzati a favorire lo sviluppo sostenibile nei settori della pesca e dell’acquacoltura.
La logica sottesa allo sviluppo locale LEADER – CLLD e la volontà di sostenere e rafforzare le strategie di sviluppo locale, attraverso il coinvolgimento del partenariato locale pubblico e privato, con l’obiettivo di espandere l’utilizzo di tale strumento di sviluppo, giustifica l’applicabilità di tale approccio anche a quegli ambiti diversi, ma contigui, rispetto a quelli derivanti dalle zonizzazioni per l’ammissibilità dei gruppi di azioni a valere sul FEASR e sul FEAMP in Sardegna, con particolare riferimento alle rappresentanze territoriali definite dalla legge regionale 4 febbraio 2016, n. 2 (Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna), anch’esse parte attiva dei processi di sviluppo locale.
L’iniziativa “Green & Blue Economy”, inoltre, tiene in considerazione le indicazioni del “Quadro di azioni prioritarie” (Prioritized Action Framework – PAF), approvato dalla Giunta regionale con la deliberazione del 17/06/2014, n. 2/4, quale documento di indirizzo per integrare le esigenze connesse alla biodiversità all’interno dei Programmi operativi dei fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE), con l’obiettivo di razionalizzare e mettere a sistema le risorse per la Rete Natura 2000 in Sardegna.
Nel quadro definito dalla nuova strategia di Programmazione Territoriale si inserisce l’individuazione – nell’ambito delle “Aree di rilevanza strategica” previste dal POR FESR 2014/2020 quali poli di attrazione ambientale, culturale e turistica, in cui agire in via prioritaria attraverso interventi integrati di valorizzazione – di due Aree sperimentali (Cfr. D.G.R. del 12/07/2016, n.41/23 “Programmazione territoriale – Aree di rilevanza strategica del POR FESR 2014/2020. Indirizzi operativi”).
Tra gli strumenti individuati dal Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2015/2017 per realizzare canali di partecipazione attiva ai processi decisionali, sia politici che amministrativi, della Regione ed incrementare la trasparenza nei confronti dei portatori d’interesse (stakeholder), l’attuazione del progetto Sardegna ParteciPA consente di condividere i contenuti per il perfezionamento dell’Avviso relativo all'intervento su Green & Blue economy nello spazio virtuale.
Al fine di potenziare la comunicazione relativa al programma “Green & Blue Economy” e realizzare azioni di condivisione, dialogo e coinvolgimento attivo della cittadinanza alla programmazione degli interventi di propria competenza, il Servizio Formazione dell’Assessorato regionale del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale della Sardegna, prima della pubblicazione dell’Avviso, ha effettuato una consultazione pubblica attraverso la piattaforma tecnologica di e-democracy SardegnaParteciPA (http://www.sardegnapartecipa.it/it/), per accrescere la conoscenza delle diverse linee progettuali, quale canale per favorire il coinvolgimento delle imprese e degli stakeholder del territorio e per promuovere la sua attrattività presso i potenziali destinatari e in generale tutti i portatori d’interesse.
Nel mese di dicembre 2015, con determinazione n. 6146/55062 dell’11/12/2015 del Direttore del Servizio Formazione della Direzione Generale dell’Assessorato del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale, eÌ€ stata approvata l’informativa generale preliminare, relativa alle diverse linee progettuali ed eÌ€ stata attivata la consultazione pubblica.
Ad aprile 2016, con determinazione n. 988/13149 del 29.04.2016 del Direttore del Servizio Formazione della Direzione Generale dell’Assessorato del Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale, eÌ€ stata approvata l’Informativa preliminare relativa alle Linee progettuali 2 e 3 ed attivata la consultazione pubblica.
La descrizione dell'intervento: la co-progettazione
Come detto nel paragrafo precedente, le nuove strategie di sviluppo della Regione Sardegna non interessano solo aree di innovazione “verticali”, riconducibili a specifici settori, ma anche quegli “ambiti specialistici” e tecnologici che tendono a convergere e a integrarsi in aree diverse, nei quali la Sardegna ha maggiori possibilità di sviluppare prodotti e/o servizi innovativi, anche se posizionati in particolari nicchie di mercato; nel rispetto delle nuove prospettive di sviluppo e coerentemente con i principi della Green & Blue economy, sono stati individuati gli ambiti di intervento dell’iniziativa “Green & Blue Economy” che riguardano sei Aree di Specializzazione (AdS):
• ICT;
• Reti intelligenti per la gestione dell’energia;
• Chimica verde;
• Bio-edilizia;
• Agrifood;
• Turismo e beni culturali e ambientali.
L’iniziativa prevede cinque Linee di sviluppo progettuale, ciascuna delle quali è stata oggetto di specifico Avviso:
• LINEA 1 "Attività integrate per l’empowerment, la formazione professionale, la certificazione delle competenze, l’accompagnamento al lavoro, la promozione di nuova imprenditorialità, la mobilità transnazionale negli ambiti della Green & Blue Economy”
• LINEA 2 “Progetti volti a stimolare il lavoro autonomo e l’imprenditorialità nell’ambito della Green & Blue Economy attraverso il coinvolgimento diretto di raggruppamenti di partner che rappresentano sia gli enti pubblici sia gli operatori economici presenti nelle aree rurali e costiere della Sardegna (Gruppi di Azione Locale- GAL e Fisheries Local Action Groups - FLAG)”
• LINEA 3 “Progetti per la formazione specialistica di profili di qualificazione innovativi nell’ambito della Green & Blue Economy”
• LINEA 4 “Progetti per qualificare l’offerta formativa degli istituti tecnici e professionali nell’ambito della Green & Blue Economy, attraverso la compartecipazione delle imprese locali, favorendo in tal modo una migliore occupabilità dei giovani e la diminuzione della dispersione scolastica”
• LINEA 5 “Progetti per la formazione dei lavoratori da realizzarsi mediante piani formativi di impresa volti all’innovazione di processo o prodotto in ottica Green & Blue”.
L’Avviso più interessante per i temi legati allo sviluppo delle aree interne è certamente “Misure integrate tra sviluppo locale partecipativo e occupazione negli ambiti della Green & Blue economy - Linee di sviluppo progettuale 2 e 3” che ha avuto per oggetto la selezione di proposte progettuali relative a due specifiche azioni dell’Accordo di Partenariato nell’ambito del POR FSE SARDEGNA 2014-2020:
• l’azione 8.6.3 - Misure integrate tra sviluppo locale e occupazione in collaborazione con i sistemi di rappresentanza territoriale, nel quadro dell’obiettivo specifico 8.6 - Favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi (Linea 2 dell’Avviso);
• l’azione 10.4.4 - Interventi formativi per la qualificazione di nuove figure professionali nella green economy, nel quadro dell’obiettivo specifico 10.4 - Accrescimento delle competenze della forza lavoro e agevolare la mobilitaÌ€, l’inserimento/reinserimento lavorativo (Linea 3 dell’Avviso).
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LINEA |
FONTI DI FINANZIAMENTO
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IMPORTO (M€)
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LINEA 2
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POR SARDEGNA FSE 2014- 2020 (ASSE I)
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13,96 |
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LINEA 3
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POR SARDEGNA FSE 2014- 2020 (ASSE III), FONDI REGIONALI
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8,01 |
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TOTALE |
21,97 |
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L’Avviso pubblico ha inteso favorire l’integrazione fra lo sviluppo locale partecipativo e una serie di specifici interventi sul versante dell’occupazione volti a rafforzare la coesione sociale e la competitività in specifici ambiti territoriali, con l’obiettivo di contribuire ad innalzare il livello di conoscenza e competenza della popolazione sarda, dei giovani e degli adulti, dei disoccupati e degli occupati, attraverso la realizzazione di percorsi di sviluppo delle competenze finalizzati a un più efficace utilizzo delle risorse comunitarie e per l’avvio di nuove attività economiche nell’ambito della Green & Blue economy.
Nello specifico la LINEA 2 prevede la realizzazione di percorsi di accompagnamento alla creazione di impresa e al lavoro autonomo di 120 ore minime suddivise in:
• 30 ore di formazione mirata all’acquisizione di conoscenze e competenze imprenditoriali riferibili agli ambiti individuati della Green & Blue Economy
• 30 ore di consulenza preliminare all’avvio delle nuove attività economiche
• 60 ore di assistenza tecnica e consulenza individuale all’avvio delle nuove attività economiche.
La LINEA 3 ha finanziato corsi di formazione finalizzati all’acquisizione di una certificazione di competenze di durata variabile in relazione alla tipologia di certificazione e azioni di informazione e sensibilizzazione sulle opportunità offerte dalla Green & Blue Economy.
I destinatari finali dell’iniziativa sono gli inattivi, gli inoccupati, i disoccupati, con particolare riferimento ai disoccupati di lunga durata, ai giovani fino ai 35 anni, ai NEET e alle donne, gli occupati in coerenza con il Programma Regionale di Sviluppo 2014-2019.
I beneficiari per entrambe le Linee sono Raggruppamenti strategici guidati da Agenzie Formative accreditate in Macrotipologia b (Formazione post obbligo e formazione superiore); a seconda della natura del Raggruppamento Beneficiario, i beneficiari possono appartenere alla:
• Tipologia A - Raggruppamenti aventi all’interno Gruppi d’azione locale ammissibili al FEASR (G.A.L)
• Tipologia B - Raggruppamenti aventi all’interno Gruppi d’azione ammissibili al FEAMP (Fisheries Local Action Groups - FLAG)
• Tipologia C - Raggruppamenti aventi all’interno rappresentanze di ambiti territoriali (Aree interne ed altri ambiti territoriali individuati dalla L.R. 2/2016) diversi da quelli ammissibili al FEASR e/o al FEAMP.
Il numero di operazioni finanziate è pari a 63: per linea 2 sono 32 e per linea 3 sono 31; come è possibile vedere dalla tabella a seguire l’area di S3 che ha prevalso è “il turismo e i beni culturali e ambientali”.
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AREE S3
|
2A |
2B |
2C |
3A |
3B |
3C |
Totale |
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AGRIFOOD |
2 |
1 |
1 |
1 |
1 |
1 |
7 |
|
ICT |
2 |
|
2 |
|
|
5 |
9 |
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RETI PER LA GESTIONE INTELLIGENTE DELL'ENERGIA |
1 |
|
1 |
|
|
|
2 |
|
TURISMO E BENI CULTURALI E AMBIENTALI |
11 |
3 |
8 |
13 |
3 |
7 |
45 |
|
TOTALE |
16 |
4 |
12 |
14 |
4 |
13 |
63 |
I partner sono 15 GAL rappresentati nella cartina e 3 FLAG (Sardegna Orientale, Nord Sardegna, Sardegna Sud Occidentale).

Elemento qualificante ed innovativo è certamente la struttura di attivazione dell’Avviso che ha previsto diversi step con l’obiettivo di raggiungere un ancoraggio territoriale ben definito e di finanziare proposte progettuali fondate e coerenti con le problematiche da affrontare:
1. Presentazione delle proposte progettuali di massima
2. Lavori della commissione di valutazione e concessione del finanziamento
3. Attività di analisi dei fabbisogni formativi e professionali del territorio e progettazione esecutiva delle attività
4. Procedura negoziale con il Responsabile di Azione (RdA) e approvazione delle proposte progettuali esecutive
5. Selezione dei destinatari dei percorsi e avvio delle attività formative.
In particolare gli step 3 e 4 sono stati realizzati attraverso numerosi incontri di negoziazione con i partner locali finalizzati ad evidenziare e condividere le motivazioni che hanno condotto alla strutturazione della proposta progettuale. Gli incontri sono stati inoltre momenti di condivisione del processo di selezione e gestione dei progetti nel rispetto del principio di trasparenza, uno dei principi salienti del codice europeo di condotta per il partenariato (ECCP).
Le proposte progettuali sono contraddistinte dalla presenza di due diverse fasi di progettazione da parte dei raggruppamenti. L’Avviso prevede, infatti, che le domande di candidatura, trasmesse attraverso i dossier telematici dai raggruppamenti proponenti nel corso dell’anno 2016, costituiscano una progettazione di massima contenente, in relazione agli aspetti didattici, informazioni indicative da dover approfondire successivamente rispetto alla concessione del finanziamento, attraverso un’attività di analisi dei fabbisogni (i cui costi rientrano tra le spese ammissibili del finanziamento dell’operazione stessa) e una conseguente progettazione di dettaglio (prog. esecutiva), contenente tutte le indicazioni omesse durante la prima fase e aventi fondamento dai risultati delle analisi sul territorio.
La progettazione di dettaglio si differenzia sostanzialmente da quella di massima soprattutto a causa della presenza:
- dell’articolazione dell’offerta formativa, comprendente il numero, la durata e la sede dei percorsi che la compongono;
- dei riferimenti puntuali all’oggetto della formazione, espresso attraverso i richiami al Repertorio Regionale dei Profili di Qualificazione (RRPQ). Laddove, durante la fase di analisi, si fossero registrati fabbisogni formativi nel territorio non soddisfacibili con un’offerta mirata alla certificazione di competenze già inserite all’interno del RRPQ, contestualmente alla stesura della progettazione di dettaglio, il raggruppamento avrebbe curato anche l’inserimento di un nuovo profilo (questo aspetto, visto anche l’elevato numero di operazioni finanziate dagli avvisi, ha contribuito in maniera sostanziale all’espansione del Repertorio stesso);
- dei dettagli delle attività di mobilità transazionale, animazione territoriale, accompagnamento al lavoro;
- dell’indicazione dei materiali e delle attività di mainstreaming verticale e orizzontale;
- dei cronoprogrammi fisici e finanziari delle attività formative;
- delle indicazioni di dettaglio dei gruppi di lavoro impegnati nell’attuazione dei percorsi formativi.
Gli incontri di raggruppamento e il RdA sono stati pensati per permettere uno scambio diretto tra i raggruppamenti e il RdA che consenta di prevedere eventuali difficoltà connesse all’attuazione delle operazioni e di garantire che la proposta progettuale esecutiva risulti allineata alle indicazioni dell’Avviso e quindi ai risultati attesi dall’amministrazione, con particolare attenzione alle procedure di selezione dei destinatari, al rispetto delle linee guida della comunicazione, all’ammissibilità delle spese previste e alla coerenza e alla qualità generale dell’offerta.
Tale processo ha avuto un impatto importante sulle logiche di sistema, producendo innanzitutto un rafforzamento della capacità istituzionale dei partner e aumentando notevolmente il livello qualitativo della progettazione che si caratterizza così come fortemente legata ai fabbisogni del territorio, co-progettata da partner di diverso profilo (istituzionali, profit, terzo settore), connessa con il repertorio dei profili professionali, che è stato utilizzato come riferimento dinamico prevedendo l’inserimento di nuovi profili e/o componenti da aggiornare.
I progetti che sono in fase di completamento saranno oggetto di valutazione sul placement.
Il modello della progettazione in doppia fase ha in seguito ispirato l’articolazione dell’Avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali per percorsi di istruzione e formazione professionale per il conseguimento della qualifica professionale di cui all’art. 17, comma 1, lett. a), del d.lgs. 226/2005 e sperimentazione del sistema duale e dell’Avviso pubblico per la presentazione di proposte progettuali per percorsi di istruzione e formazione professionale di quarto anno per il conseguimento del diploma professionale di cui all’art. 17, comma 1, lett. B) del d.lgs. 226/2005 e sperimentazione del sistema duale.
Tali Avvisi, infatti, prevedono una fase di fine tuning incentrata sui contenuti didattici dei percorsi e finalizzata a garantire l’uniformità dell’offerta formativa di Istruzione e Formazione Professionale sul territorio regionale, svolta con modalità e tempistiche molto simili a quelle rintracciabili all’interno degli Avvisi della Green & Blue Economy.