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Quaderni di Tecnostruttura - Quaderno del 30 settembre 2019

Le politiche di welfare nella programmazione Fse 2014-2020

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Le politiche di welfare integrato in Regione Basilicata

di Donatella Cutro

Collaboratrice di Tecnostruttura nell'ambito del “Progetto Mezzogiorno"

Le linee guida per la costruzione dei nuovi Piani intercomunali dei servizi sociali e sociosanitari, varate nel luglio 2015, assieme al piano regionale di indirizzo per la loro attuazione, adottato nel marzo del 2016, hanno indicato la necessità del passaggio dal vecchio sistema assistenziale ad un nuovo sistema di welfare. Nello specifico, un passaggio da un sistema di bisogni predeterminati, standardizzati e codificati ai quali un’organizzazione tecnica ed autoreferenziale prova a dare risposte altrettanto codificate e standardizzate, ad un sistema di conoscenza, di relazione complessa con la realtà e di risposta non frammentata in grado di generare percorsi di rimozione degli ostacoli che limitano la fruizione delle capabilities dei cittadini e delle cittadine, sostenendo e accompagnando percorsi di costruzione o ricostruzione di autonomia possibile.

Questa metodologia “bottom up” e di intreccio di sussidiarietà verticale e orizzontale che deve caratterizzare i nuovi piani, va applicata anche alla programmazione dei fondi la quale richiede che tutti gli attori territoriali, pubblici e del privato sociale, co-progettino iniziative ed impieghi al fine di creare le maggiori sinergie possibili nell’ambito di una visione condivisa di welfare territoriale.

I principi generali di redazione del piano regionale per l’attuazione dei servizi sociali e socio-sanitari sono i seguenti:

A) realizzare un sistema di welfare che ponga al centro la persona e i suoi bisogni;

B) garantire la sostenibilità del sistema di welfare, costruendo una rete tra tutte le risorse, materiali e immateriali e le fonti finanziarie disponibili;

C) ridurre ogni disuguaglianza basata su religione e con convinzioni personali, età, handicap, genere o tendenze sessuali, favorendo l’abbattimento di ogni forma di discriminazione e garantendo, in particolare, “l’adeguatezza delle misure pianificate per promuovere le pari opportunità tra uomini e donne…tenendo conto delle esigenze dei vari gruppi bersaglio a rischio di tale discriminazione”;

D) promuovere la creazione di strategie emergenti e flessibili che permettano di anticipare i bisogni latenti e/o potenziali sull’intero territorio regionale e di assicurare standard quali-quantitativi di accessibilità ai servizi e di fruibilità delle prestazioni tendenzialmente uniformi;

E) supportare la partecipazione attiva e la progettualità dal basso (bottom-up) attraverso l’animazione territoriale e il coinvolgimento diretto degli stakeholder.

Elemento di innovazione è senza dubbio la predisposizione di adeguati strumenti a supporto del processo di governance tracciato e, quindi, di nuovi ruoli e funzioni degli Ambiti Socio Territoriali (nello specifico la Regione Basilicata è stata suddivisa in 9 ambiti) per la gestione associata dei servizi sociali e socio-sanitari.

Il principale strumento è il fascicolo sociale informatizzato, una piattaforma web-based attraverso la quale il sistema dei servizi delineato dalla programmazione regionale assume la responsabilità di “prendere in carico” una persona che si trova in condizione di necessità. Il fascicolo segue l’intero percorso di reinserimento della persona in difficoltà (persona presa in carico) e la sua compilazione nonché la relativa conservazione sono affidate al “responsabile del caso o case manager”.

Governance del sistema

Il sistema di regia di attuazione della programmazione regionale integrata delle politiche di “welfare plurale” è definito per valorizzare le risorse disponibili attraverso la messa a sistema di competenze trasversali e, anche, per armonizzare in termini strategici, amministrativi e di tempistica i diversi uffici responsabili dell’attuazione dei PO e Accordi e del Patto.

In tal quadro, si sottolinea la centralità del Patto per lo Sviluppo della Basilicata, quale strumento di governo unitario delle politiche regionali, e della sua interna architettura organizzativa e gestionale (Cabina Unitaria della Programmazione Regionale).

Il sistema di governace si realizza su due livelli:

1. Una cabina di regia di indirizzo strategico in cui sono interconnessi gli applicabili livelli politici e tecnici;

2. Una cabina di coordinamento tecnico e operativo, “staff interdipartimentale”, organismo di supporto alla CRIS (ovvero all’Assessore al ramo), che coordina il livello territoriale (Ambito Socio Territoriale), gli Uffici Responsabili dell’attuazione e l’Ufficio Regionale di Piano Regionale, come previsto dalla DGR n. 241 del 16 marzo 2016, e procede all’istruttoria delle iniziative in materia di welfare.

La cabina di coordinamento tecnico e operativo si relaziona alla cabina unitaria della programmazione regionale, di cui alla DGR n. 673 del 22 maggio 2015, le cui autorità di gestione FSE, FESR, FEASR, FEAMP, FSC, sono componenti effettivi, che esamina, la fattibilità economico finanziaria delle azioni e gli interventi istruiti e trasmessi, dando comunicazioni all’assessore al ramo degli esiti, delle eventuali criticità e relative soluzioni.

In merito agli aspetti operativi e agli uffici competenti coinvolti nell’attuazione, la logica deve essere quella di una “trasversalità/integrazione” legata sia ai servizi (dal sanitario al sociale, dallo scolastico al formativo, dal culturale allo sportivo) che ad interventi a sostegno dell’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati (donne, giovani, persone diversamente abili, persone non autosufficienti, persone in condizioni di povertà, immigrati). L’obiettivo dell’integrazione si palesa sia nella progettualità, relativamente ai target maggiormente vulnerabili, sia tra fondi SIE, qualora emergessero delle opportunità in tal senso. 

Il sistema di regia e di attuazione prevede, inoltre, un meccanismo di coinvolgimento del privato sociale e di tutte le forze sociali sia nella sua componente del volontariato sia, soprattutto, dell’economia sociale, secondo il modello del Partenariato Economico Sociale previsto dal Reg. UE 1303/2013 e del Partenariato Economico e Sociale Unico.

 

Progetti significativi: due esperienze di integrazione tra attori territoriali e fonti di finanziamento

Interventi di sostegno alla qualificazione e all’occupabilitaÌ€ di cittadini diversamente abili in ambito agricolo

Il progetto in sintesi: Il progetto intende agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro dei soggetti svantaggiati, con specifico riferimento alle persone con disabilitaÌ€, di cui all’art. 1 della L. 12/3/1999 n. 68, ed a contribuire alla rimozione delle condizioni che determinano la loro esclusione e discriminazione in ambiente sociale e lavorativo, in linea con l’Asse 2- Inclusione Sociale  del PO FSE , Obiettivo Specifico 9.2, incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili, Azione 9.2.1: interventi di politica attiva specificatamente rivolti alle persone con disabilità.

Obiettivo generale del progetto: Realizzare interventi sperimentali finalizzati all’inserimento lavorativo di persone diversamente abili attraverso azioni mirate all’acquisizione delle competenze necessarie per l’inserimento in aziende o per intraprendere iniziative imprenditoriali con il sostegno di una Rete a cui partecipano Organismi di formazione, Ordini Professionali (Sociologi, Psicologi, ecc.), Associazioni di Cooperative Sociali. La Rete eÌ€ intesa come laboratorio di progettazione integrata orientata alla costruzione di un percorso occupazionale/imprenditoriale rivolto a figure professionalizzate in grado di trasferire competenze innovative e di commutare il tradizionale impegno delle comunitàÌ€ rurali della Basilicata in attivitàÌ€ sociali produttive.

Azioni del progetto: 1) Interventi formativi finalizzati a fornire una adeguata preparazione teorico-pratica per l’acquisizione di competenze e conoscenze nell’ambito dell’agricoltura multifunzionale. È prevista attivitàÌ€ in aula in laboratorio e stage formativo. 2) Concessione di bonus occupazionali per l’assunzione a tempo indeterminato.

Destinatari: Persone diversamente abili iscritte nelle liste di collocamento mirato (art. 1 L. n. 68/99), inoccupate o disoccupate, di etàÌ€ compresa fra i 18 e i 35 anni, in possesso di diploma di scuola media superiore. L’iniziativa riguarda oltre 160 persone diversamente abili.

Importo impegnato in totale: € 2.297.096,04 a valere sul PO FSE 2014-2020.

 

Interventi per la presentazione e selezione di progetti innovativi di contrasto al disagio abitativo

Il progetto in sintesi: Il progetto sostiene: A) la realizzazione di interventi di recupero di immobili ed alloggi di proprietà pubblica, al fine di potenziare l’offerta di alloggi sociali e servizi abitativi, in linea con l’Asse 7, Obiettivo Specifico declinato 9B.9.4, azione 9B.9.4.1 del POR FESR 2014-2020; B) la realizzazione e l’adozione, da parte dei Comuni ammessi al finanziamento, del Documento programmatico contenente la propria Strategia di Innovazione Sociale di contrasto al disagio abitativo, in linea con l’Asse 2, Obiettivo Specifico 9.7, azione 9.7.1 del PO FSE 2014-2020.

Obiettivo generale del progetto: Riduzione del disagio abitativo attraverso la ristrutturazione e riconversione del patrimonio pubblico obsoleto e non utilizzato, realizzato in chiave di miglioramento delle complessive prestazioni per immettere sul mercato un’offerta alloggiativa evoluta sia sotto il profilo tipologico-funzionale-energetico e a basso costo di gestione per gli utenti, sia funzionale a soddisfare la segmentata domanda sociale, contribuendo ad incrementare gli standard di qualità edilizia, urbana e di abitabilità.

Azioni del progetto: Sperimentazione di un modello di recupero e di gestione del patrimonio immobiliare residenziale pubblico. Adottare la sperimentazione dei nuovi modelli innovativi sociali e abitativi, finalizzati a integrare anche i bisogni di specifici soggetti-target con fragilità sociali (giovani coppie, anziani, famiglie monoparentali, separati, studenti fuori sede, immigrati, lavoratori fuori sede) offrendo alloggi sociali in locazione a canone concordato, anche per l’utilizzo temporaneo, atto a conciliare le esigenze famiglia-lavoro.

Destinatari: Comuni ad alta tensione abitativa (Avigliano, Lavello, Melfi, Pignola, Rapolla, Tito, Venosa, Nova Siri, Policoro) e le Ater della città di Potenza e Matera, ad eccezione delle due città capoluogo di provincia.

Importo impegnato in totale: € 11.700.000,00 a valere sul PO FESR 2014-2020; €405.000,00 a valere sul PO FSE 2014-2020

Governance del sistema

Il sistema di regia di attuazione della programmazione regionale integrata delle politiche di “welfare plurale” è definito per valorizzare le risorse disponibili attraverso la messa a sistema di competenze trasversali e, anche, per armonizzare in termini strategici, amministrativi e di tempistica i diversi uffici responsabili dell’attuazione dei PO e Accordi e del Patto.

In tal quadro, si sottolinea la centralità del Patto per lo Sviluppo della Basilicata, quale strumento di governo unitario delle politiche regionali, e della sua interna architettura organizzativa e gestionale (Cabina Unitaria della Programmazione Regionale).

Il sistema di governace si realizza su due livelli:

1. Una cabina di regia di indirizzo strategico in cui sono interconnessi gli applicabili livelli politici e tecnici;

2. Una cabina di coordinamento tecnico e operativo, “staff interdipartimentale”, organismo di supporto alla CRIS (ovvero all’Assessore al ramo), che coordina il livello territoriale (Ambito Socio Territoriale), gli Uffici Responsabili dell’attuazione e l’Ufficio Regionale di Piano Regionale, come previsto dalla DGR n. 241 del 16 marzo 2016, e procede all’istruttoria delle iniziative in materia di welfare.

La cabina di coordinamento tecnico e operativo si relaziona alla cabina unitaria della programmazione regionale, di cui alla DGR n. 673 del 22 maggio 2015, le cui autorità di gestione FSE, FESR, FEASR, FEAMP, FSC, sono componenti effettivi, che esamina, la fattibilità economico finanziaria delle azioni e gli interventi istruiti e trasmessi, dando comunicazioni all’assessore al ramo degli esiti, delle eventuali criticità e relative soluzioni.

In merito agli aspetti operativi e agli uffici competenti coinvolti nell’attuazione, la logica deve essere quella di una “trasversalità/integrazione” legata sia ai servizi (dal sanitario al sociale, dallo scolastico al formativo, dal culturale allo sportivo) che ad interventi a sostegno dell’inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati (donne, giovani, persone diversamente abili, persone non autosufficienti, persone in condizioni di povertà, immigrati). L’obiettivo dell’integrazione si palesa sia nella progettualità, relativamente ai target maggiormente vulnerabili, sia tra fondi SIE, qualora emergessero delle opportunità in tal senso. 

Il sistema di regia e di attuazione prevede, inoltre, un meccanismo di coinvolgimento del privato sociale e di tutte le forze sociali sia nella sua componente del volontariato sia, soprattutto, dell’economia sociale, secondo il modello del Partenariato Economico Sociale previsto dal Reg. UE 1303/2013 e del Partenariato Economico e Sociale Unico.

 

Progetti significativi: due esperienze di integrazione tra attori territoriali e fonti di finanziamento

Interventi di sostegno alla qualificazione e all’occupabilitaÌ€ di cittadini diversamente abili in ambito agricolo

Il progetto in sintesi: Il progetto intende agevolare l’inserimento nel mercato del lavoro dei soggetti svantaggiati, con specifico riferimento alle persone con disabilitaÌ€, di cui all’art. 1 della L. 12/3/1999 n. 68, ed a contribuire alla rimozione delle condizioni che determinano la loro esclusione e discriminazione in ambiente sociale e lavorativo, in linea con l’Asse 2- Inclusione Sociale  del PO FSE , Obiettivo Specifico 9.2, incremento dell’occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili, Azione 9.2.1: interventi di politica attiva specificatamente rivolti alle persone con disabilità.

Obiettivo generale del progetto: Realizzare interventi sperimentali finalizzati all’inserimento lavorativo di persone diversamente abili attraverso azioni mirate all’acquisizione delle competenze necessarie per l’inserimento in aziende o per intraprendere iniziative imprenditoriali con il sostegno di una Rete a cui partecipano Organismi di formazione, Ordini Professionali (Sociologi, Psicologi, ecc.), Associazioni di Cooperative Sociali. La Rete eÌ€ intesa come laboratorio di progettazione integrata orientata alla costruzione di un percorso occupazionale/imprenditoriale rivolto a figure professionalizzate in grado di trasferire competenze innovative e di commutare il tradizionale impegno delle comunitàÌ€ rurali della Basilicata in attivitàÌ€ sociali produttive.

Azioni del progetto: 1) Interventi formativi finalizzati a fornire una adeguata preparazione teorico-pratica per l’acquisizione di competenze e conoscenze nell’ambito dell’agricoltura multifunzionale. È prevista attivitàÌ€ in aula in laboratorio e stage formativo. 2) Concessione di bonus occupazionali per l’assunzione a tempo indeterminato.

Destinatari: Persone diversamente abili iscritte nelle liste di collocamento mirato (art. 1 L. n. 68/99), inoccupate o disoccupate, di etàÌ€ compresa fra i 18 e i 35 anni, in possesso di diploma di scuola media superiore. L’iniziativa riguarda oltre 160 persone diversamente abili.

Importo impegnato in totale: € 2.297.096,04 a valere sul PO FSE 2014-2020.

 

Interventi per la presentazione e selezione di progetti innovativi di contrasto al disagio abitativo

Il progetto in sintesi: Il progetto sostiene: A) la realizzazione di interventi di recupero di immobili ed alloggi di proprietà pubblica, al fine di potenziare l’offerta di alloggi sociali e servizi abitativi, in linea con l’Asse 7, Obiettivo Specifico declinato 9B.9.4, azione 9B.9.4.1 del POR FESR 2014-2020; B) la realizzazione e l’adozione, da parte dei Comuni ammessi al finanziamento, del Documento programmatico contenente la propria Strategia di Innovazione Sociale di contrasto al disagio abitativo, in linea con l’Asse 2, Obiettivo Specifico 9.7, azione 9.7.1 del PO FSE 2014-2020.

Obiettivo generale del progetto: Riduzione del disagio abitativo attraverso la ristrutturazione e riconversione del patrimonio pubblico obsoleto e non utilizzato, realizzato in chiave di miglioramento delle complessive prestazioni per immettere sul mercato un’offerta alloggiativa evoluta sia sotto il profilo tipologico-funzionale-energetico e a basso costo di gestione per gli utenti, sia funzionale a soddisfare la segmentata domanda sociale, contribuendo ad incrementare gli standard di qualità edilizia, urbana e di abitabilità.

Azioni del progetto: Sperimentazione di un modello di recupero e di gestione del patrimonio immobiliare residenziale pubblico. Adottare la sperimentazione dei nuovi modelli innovativi sociali e abitativi, finalizzati a integrare anche i bisogni di specifici soggetti-target con fragilità sociali (giovani coppie, anziani, famiglie monoparentali, separati, studenti fuori sede, immigrati, lavoratori fuori sede) offrendo alloggi sociali in locazione a canone concordato, anche per l’utilizzo temporaneo, atto a conciliare le esigenze famiglia-lavoro.

Destinatari: Comuni ad alta tensione abitativa (Avigliano, Lavello, Melfi, Pignola, Rapolla, Tito, Venosa, Nova Siri, Policoro) e le Ater della città di Potenza e Matera, ad eccezione delle due città capoluogo di provincia.

Importo impegnato in totale: € 11.700.000,00 a valere sul PO FESR 2014-2020; €405.000,00 a valere sul PO FSE 2014-2020