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Quaderni di Tecnostruttura - Quaderno del 31 marzo 2016

Tradizione e innovazione nelle politiche inclusive del lavoro

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Il contesto

di Cecilia Cellai, Mariella Bucciarelli

Tecnostruttura - Settore Sviluppo Sostenibile

Le Regioni e le Province autonome italiane sono chiamate a predisporre l’annuale contributo regionale al Programma Nazionale di Riforma 2016 (PNR 2016).

Il PNR deve essere presentato ogni anno nel mese di aprile alla Commissione europea per inquadrare l’insieme delle riforme del Governo in un percorso di programmazione comune con gli altri Paesi membri dell’Unione europea. Esso ha quindi una doppia valenza:


• europea, perché costituisce il documento mediante il quale ogni Stato membro presenta le specifiche politiche che intende realizzare per conseguire finalità comuni, sostenibilità delle finanze pubbliche e riforme strutturali, nonché i propositi per realizzare gli obiettivi di crescita ed occupazione, in osservanza alle Raccomandazioni europee specifiche per Paese (Country Specific Recommendations - CSR) e ai decennali obiettivi (Target) della Strategia Europa 2020.

• nazionale, perché il PNR confluisce, insieme al Programma di Stabilità e Crescita (PdS), nel Documento di Economia e Finanza (DEF) 2016, da presentare alla Commissione europea entro il mese di Aprile 2016.

Il seminario Cinsedo sulle Raccomandazioni 2015 all'Italia

All’indomani dell’approvazione delle nuove Raccomandazioni (CSR) dell’Unione europea all’Italia per il 2015, Il Cinsedo ha organizzato nel mese di luglio 2015 un seminario tematico sulla governance economica, funzionale anche alla formazione dei referenti per il PNR individuati da ciascuna Regione.

Per conto della Re.Te PNR (Regional team per il PNR), Tecnostruttura ha predisposto uno studio approfondito sulle CSR 2015 ed il confronto con le CSR degli anni precedenti; in questo modo si è inteso fornire una sintetica analisi delle sei Raccomandazioni 2015 all’Italia così da consentire una spiegazione quanto più completa, nonché l’individuazione dei temi specifici sui quali insistono da alcuni anni i moniti della Commissione, affinché si attuino interventi di riforma.

L’intento del seminario è stato quello di fornire elementi utili alle Regioni per far emergere nella composizione del monitoraggio regionale le scelte strategiche e l’allocazione di investimenti per priorità a ricaduta locale: ciò nell’interesse di testimoniare non interventi spot, quanto piuttosto interventi incisivi nell’arco di un’annualità e del tutto in continuità o in rafforzamento di azioni durature ed incisive a favore dello sviluppo economico, sociale e occupazionale in un processo di progresso sostenibile. Da qui l’intenzione di dare valore ad entrambe le finalità del PNR, quella sull’annualità in corso e quella relativa alla strategia decennale EU2020.

 

Il metodo di composizione del Focus delle Regioni e delle Province autonome

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha attivato le procedure per la composizione del contributo regionale alla fine del 2015, con l’invio ai referenti regionali degli strumenti di rilevazione messi a punto, come ogni anno, dalla struttura tecnica di supporto Regional team per il PNR (costituita nell’ambito della collaborazione tra Cinsedo e Tecnostruttura delle Regioni). La raccolta delle informazioni si è conclusa nella prima metà di marzo 2016.

Il processo di redazione del contributo regionale al PNR 2016 si compone di varie tappe, che interessano tutto l’arco del 2015, a consuntivo: essa consta inizialmente di un monitoraggio dei processi di riforma regionali; successivamente della redazione di un contributo unico, derivante da una analisi ragionata e sintetica delle informazioni regionali, in conformità con le CSR e i Target. L’obiettivo operativo è quello di tracciare gli elementi di sistema e comuni, nonché valorizzare i contributi regionali pervenuti, la ricchezza delle informazioni, gli esempi di interventi e i dati significativi in termini di risorse impiegate e di risultati raggiunti.

Anche per il PNR 2016 è stata organizzata da parte della Re.te. PNR una cospicua attività di supporto alle Regioni mediante l’erogazione di modelli standard e linee guida, utili alla raccolta dei dati relativi ai provvedimenti normativi, programmatici e attuativi a carattere innovativo risalenti al 2015 ad opera delle amministrazioni regionali. La costruzione del contributo avviene operando precise scelte metodologiche, nel rispetto delle scelte politiche operate dalle Regioni; fondamentale è l’operazione di riconduzione delle priorità indicate dalle singole Regioni alle filiere tematiche comuni pre-individuate nei modelli standard e nel dare evidenza a processi d’innovazione locale.

In sintesi, la composizione del contributo regionale copre un intero anno di lavoro; è dunque connotato da diverse fasi, quali: analisi e studio delle CSR annuali, sensibilizzazione dei referenti regionali per il PNR, diffusione tempestiva delle informazioni, monitoraggio, affinazione degli strumenti di rilevazione, composizione dell’impianto e condivisione degli obiettivi da conseguire, composizione delle macro-misure, individuazione delle priorità strategiche regionali, selezione e riconduzione degli interventi alle stesse, raccordo con la programmazione Sie 2014-2020, redazione del contributo, restituzione delle osservazioni regionali alle bozze dello stesso, condivisione politica del focus regionale al PNR 2015.

Le novità  introdotte nel PNR 2016

È necessario tenere conto del fatto che l’elaborazione del contributo finale comporta uno sforzo di sintesi rispetto alle informazioni fornite dalle Regioni, nel rispetto della richiesta del Dipartimento delle Politiche europee (DPE) e del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di contenere il contributo delle amministrazioni regionali in circa venti pagine. Una stesura più ampia del testo consentirebbe una maggiore espressione della capacità programmatoria, normativa ed attuativa delle amministrazioni regionali.

Tuttavia, per dare conto in maniera più ampia ed adeguata delle politiche strutturali di riforma regionali, quest’anno si intende dare evidenza di ciò mediante alcune modalità complementari.
Accanto alla consueta attività consuntiva, sarà possibile delineare un primo confronto con le priorità della Programmazione 2014-2020 dei fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE).
A questo scopo le Regioni sono state dotate di griglie programmatiche, redatte sulla base di Misure prioritarie, estrapolate dall’Accordo di Partenariato e selezionate in base alle richieste della UE di concentrare specifici finanziamenti e azioni in rispondenza alle annuali CSR e ai decennali Target.

È stato inoltre aggiunta quest’anno la possibilità di fornire informazioni specifiche ed aggiuntive su attività regionali di riforma e innovative mediante buone prassi regionali, con l’obiettivo di incentivare una procedura, rilevabile a livello europeo, che conferisca particolare attenzione ad interventi o a processi di riforma regionali, effettivamente innovativi e a supporto della pluritematica Strategia Europa 2020.

Per valorizzare l’operato delle Regioni e delle Province autonome come una buona prassi europea di capacità amministrativa e di governance multilivello, ad ogni Regione è stato richiesto di fornire indicazioni in merito alle operazioni di coordinamento interno regionale. Il contributo delle Regioni e delle Province autonome italiane è già stato indicato in sede europea come buona prassi, proprio per la costituzione della struttura tecnica Re.Te PNR. Ora il passaggio successivo è quello di mostrare a tutti i Paesi europei come quello italiano sia nella forma e nella sostanza un esempio di PNR regionale ed un modello esistente di governance multilivello, alla cui Carta del Comitato delle Regioni, le Regioni italiane hanno già aderito nel 2014.

Il coordinamento interno a livello regionale

Le Regioni e le Province autonome hanno operato un proprio coordinamento interno per pervenire alla ricognizione regionale delle attività di riforma normate o realizzate nel 2015, a valere sul PNR 2016. Esse hanno risposto in forma libera alla richiesta della Re.Te. PNR di fornire indicazioni in merito alle operazioni di coordinamento regionale. La richiesta in merito è stata una novità di quest’anno rispetto alle attività impiantate per comporre il contributo regionale al PNR. 

Il Coordinamento individuato all’interno di ciascuna Regione è stato informato e formato dalla Re.Te. PNR sulle procedure e le attività da compiere in linea con le Raccomandazioni europee e con gli obiettivi Europa 2020. A seguito dell’invio da parte della Conferenza delle Regioni agli uffici di presidenza del materiale utile per la predisposizione del contributo regionale al PNR 2016, in primo luogo, ciascuna amministrazione ha individuato un referente regionale per le attività da ricondurre al PNR. Quindi ogni Regione ha individuato una unità di coordinamento, indicando un ufficio (direzione, dipartimento, settore) incaricato di gestire e curare la raccolta delle informazioni per la composizione del PNR. Nel complesso, i referenti incaricati di coordinare le operazioni relative al PNR possono svolgere funzioni in staff all’ufficio di presidenza o in uffici che trattano affari generali, bilancio, finanza, programmazione economica e comunitaria; in rari casi il coordinamento interno è stato affidato ad uffici distaccati a Bruxelles.

In linea generale in ciascuna Regione l’unità di coordinamento interno, consapevole della necessità di dover condurre attività in un’ottica sinergica degli interventi messi in campo, ha provveduto, in alcuni casi anche dopo un lavoro di “prima scrematura”, ad individuare quali uffici, settori, direzioni e dipartimenti fossero direttamente interessati per materia alla compilazione dei materiali. L’unità di coordinamento ha chiesto poi a ciascun dipartimento di individuare un ulteriore referente-interfaccia con l’unità di coordinamento, a cui ha inviato la documentazione necessaria. In alcune Regioni sono stati svolti incontri con gli uffici interessati finalizzati al raggiungimento di un contributo il più completo e omogeneo possibile.

Il referente per il PNR nelle diverse Regioni ha monitorato, supportato e sollecitato gli uffici coinvolti, ha raccolto i materiali provenienti dai diversi uffici, ha provveduto all’assemblaggio degli stessi e alla redazione del documento di sintesi - scheda di aggiornamento; in altri casi è stata inviata documentazione non rielaborata. Infine da parte di ciascuna Regione è stato fatto l’invio di tutta la documentazione (griglie consuntive, griglie programmatiche e scheda di aggiornamento) alla Conferenza delle Regioni e alla Re.Te. PNR, nei tempi previsti e utili per consentire la redazione del contributo regionale complessivo che confluirà nel PNR 2016 nazionale.

Il seminario Cinsedo sulle Raccomandazioni 2015 all'Italia

All’indomani dell’approvazione delle nuove Raccomandazioni (CSR) dell’Unione europea all’Italia per il 2015, Il Cinsedo ha organizzato nel mese di luglio 2015 un seminario tematico sulla governance economica, funzionale anche alla formazione dei referenti per il PNR individuati da ciascuna Regione.

Per conto della Re.Te PNR (Regional team per il PNR), Tecnostruttura ha predisposto uno studio approfondito sulle CSR 2015 ed il confronto con le CSR degli anni precedenti; in questo modo si è inteso fornire una sintetica analisi delle sei Raccomandazioni 2015 all’Italia così da consentire una spiegazione quanto più completa, nonché l’individuazione dei temi specifici sui quali insistono da alcuni anni i moniti della Commissione, affinché si attuino interventi di riforma.

L’intento del seminario è stato quello di fornire elementi utili alle Regioni per far emergere nella composizione del monitoraggio regionale le scelte strategiche e l’allocazione di investimenti per priorità a ricaduta locale: ciò nell’interesse di testimoniare non interventi spot, quanto piuttosto interventi incisivi nell’arco di un’annualità e del tutto in continuità o in rafforzamento di azioni durature ed incisive a favore dello sviluppo economico, sociale e occupazionale in un processo di progresso sostenibile. Da qui l’intenzione di dare valore ad entrambe le finalità del PNR, quella sull’annualità in corso e quella relativa alla strategia decennale EU2020.

 

Il metodo di composizione del Focus delle Regioni e delle Province autonome

La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha attivato le procedure per la composizione del contributo regionale alla fine del 2015, con l’invio ai referenti regionali degli strumenti di rilevazione messi a punto, come ogni anno, dalla struttura tecnica di supporto Regional team per il PNR (costituita nell’ambito della collaborazione tra Cinsedo e Tecnostruttura delle Regioni). La raccolta delle informazioni si è conclusa nella prima metà di marzo 2016.

Il processo di redazione del contributo regionale al PNR 2016 si compone di varie tappe, che interessano tutto l’arco del 2015, a consuntivo: essa consta inizialmente di un monitoraggio dei processi di riforma regionali; successivamente della redazione di un contributo unico, derivante da una analisi ragionata e sintetica delle informazioni regionali, in conformità con le CSR e i Target. L’obiettivo operativo è quello di tracciare gli elementi di sistema e comuni, nonché valorizzare i contributi regionali pervenuti, la ricchezza delle informazioni, gli esempi di interventi e i dati significativi in termini di risorse impiegate e di risultati raggiunti.

Anche per il PNR 2016 è stata organizzata da parte della Re.te. PNR una cospicua attività di supporto alle Regioni mediante l’erogazione di modelli standard e linee guida, utili alla raccolta dei dati relativi ai provvedimenti normativi, programmatici e attuativi a carattere innovativo risalenti al 2015 ad opera delle amministrazioni regionali. La costruzione del contributo avviene operando precise scelte metodologiche, nel rispetto delle scelte politiche operate dalle Regioni; fondamentale è l’operazione di riconduzione delle priorità indicate dalle singole Regioni alle filiere tematiche comuni pre-individuate nei modelli standard e nel dare evidenza a processi d’innovazione locale.

In sintesi, la composizione del contributo regionale copre un intero anno di lavoro; è dunque connotato da diverse fasi, quali: analisi e studio delle CSR annuali, sensibilizzazione dei referenti regionali per il PNR, diffusione tempestiva delle informazioni, monitoraggio, affinazione degli strumenti di rilevazione, composizione dell’impianto e condivisione degli obiettivi da conseguire, composizione delle macro-misure, individuazione delle priorità strategiche regionali, selezione e riconduzione degli interventi alle stesse, raccordo con la programmazione Sie 2014-2020, redazione del contributo, restituzione delle osservazioni regionali alle bozze dello stesso, condivisione politica del focus regionale al PNR 2015.

Le novità  introdotte nel PNR 2016

È necessario tenere conto del fatto che l’elaborazione del contributo finale comporta uno sforzo di sintesi rispetto alle informazioni fornite dalle Regioni, nel rispetto della richiesta del Dipartimento delle Politiche europee (DPE) e del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) di contenere il contributo delle amministrazioni regionali in circa venti pagine. Una stesura più ampia del testo consentirebbe una maggiore espressione della capacità programmatoria, normativa ed attuativa delle amministrazioni regionali.

Tuttavia, per dare conto in maniera più ampia ed adeguata delle politiche strutturali di riforma regionali, quest’anno si intende dare evidenza di ciò mediante alcune modalità complementari.
Accanto alla consueta attività consuntiva, sarà possibile delineare un primo confronto con le priorità della Programmazione 2014-2020 dei fondi Strutturali e di Investimento europei (SIE).
A questo scopo le Regioni sono state dotate di griglie programmatiche, redatte sulla base di Misure prioritarie, estrapolate dall’Accordo di Partenariato e selezionate in base alle richieste della UE di concentrare specifici finanziamenti e azioni in rispondenza alle annuali CSR e ai decennali Target.

È stato inoltre aggiunta quest’anno la possibilità di fornire informazioni specifiche ed aggiuntive su attività regionali di riforma e innovative mediante buone prassi regionali, con l’obiettivo di incentivare una procedura, rilevabile a livello europeo, che conferisca particolare attenzione ad interventi o a processi di riforma regionali, effettivamente innovativi e a supporto della pluritematica Strategia Europa 2020.

Per valorizzare l’operato delle Regioni e delle Province autonome come una buona prassi europea di capacità amministrativa e di governance multilivello, ad ogni Regione è stato richiesto di fornire indicazioni in merito alle operazioni di coordinamento interno regionale. Il contributo delle Regioni e delle Province autonome italiane è già stato indicato in sede europea come buona prassi, proprio per la costituzione della struttura tecnica Re.Te PNR. Ora il passaggio successivo è quello di mostrare a tutti i Paesi europei come quello italiano sia nella forma e nella sostanza un esempio di PNR regionale ed un modello esistente di governance multilivello, alla cui Carta del Comitato delle Regioni, le Regioni italiane hanno già aderito nel 2014.

Il coordinamento interno a livello regionale

Le Regioni e le Province autonome hanno operato un proprio coordinamento interno per pervenire alla ricognizione regionale delle attività di riforma normate o realizzate nel 2015, a valere sul PNR 2016. Esse hanno risposto in forma libera alla richiesta della Re.Te. PNR di fornire indicazioni in merito alle operazioni di coordinamento regionale. La richiesta in merito è stata una novità di quest’anno rispetto alle attività impiantate per comporre il contributo regionale al PNR. 

Il Coordinamento individuato all’interno di ciascuna Regione è stato informato e formato dalla Re.Te. PNR sulle procedure e le attività da compiere in linea con le Raccomandazioni europee e con gli obiettivi Europa 2020. A seguito dell’invio da parte della Conferenza delle Regioni agli uffici di presidenza del materiale utile per la predisposizione del contributo regionale al PNR 2016, in primo luogo, ciascuna amministrazione ha individuato un referente regionale per le attività da ricondurre al PNR. Quindi ogni Regione ha individuato una unità di coordinamento, indicando un ufficio (direzione, dipartimento, settore) incaricato di gestire e curare la raccolta delle informazioni per la composizione del PNR. Nel complesso, i referenti incaricati di coordinare le operazioni relative al PNR possono svolgere funzioni in staff all’ufficio di presidenza o in uffici che trattano affari generali, bilancio, finanza, programmazione economica e comunitaria; in rari casi il coordinamento interno è stato affidato ad uffici distaccati a Bruxelles.

In linea generale in ciascuna Regione l’unità di coordinamento interno, consapevole della necessità di dover condurre attività in un’ottica sinergica degli interventi messi in campo, ha provveduto, in alcuni casi anche dopo un lavoro di “prima scrematura”, ad individuare quali uffici, settori, direzioni e dipartimenti fossero direttamente interessati per materia alla compilazione dei materiali. L’unità di coordinamento ha chiesto poi a ciascun dipartimento di individuare un ulteriore referente-interfaccia con l’unità di coordinamento, a cui ha inviato la documentazione necessaria. In alcune Regioni sono stati svolti incontri con gli uffici interessati finalizzati al raggiungimento di un contributo il più completo e omogeneo possibile.

Il referente per il PNR nelle diverse Regioni ha monitorato, supportato e sollecitato gli uffici coinvolti, ha raccolto i materiali provenienti dai diversi uffici, ha provveduto all’assemblaggio degli stessi e alla redazione del documento di sintesi - scheda di aggiornamento; in altri casi è stata inviata documentazione non rielaborata. Infine da parte di ciascuna Regione è stato fatto l’invio di tutta la documentazione (griglie consuntive, griglie programmatiche e scheda di aggiornamento) alla Conferenza delle Regioni e alla Re.Te. PNR, nei tempi previsti e utili per consentire la redazione del contributo regionale complessivo che confluirà nel PNR 2016 nazionale.