Il quadro di riferimento
di Mariella Bucciarelli
Tecnostruttura - Settore Sviluppo Sostenibile
Nel corso del 2016 la Commissione europea ha effettuato una consultazione pubblica per la costituzione del Pilastro dei diritti sociali, con il fine di costituire un’Unione economica e monetaria più profonda e più equa.
La consultazione pubblica ha avuto inizio l’8 marzo 2016 e si è chiusa il 31dicembre 2016.
Hanno partecipato le amministrazioni pubbliche, le parti sociali, le organizzazioni, la società civile e i cittadini, inviando i propri contributi nella pagina dedicata sul sito della Commissione europea (http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=699&consultId=22&furtherConsult=yes).
In generale gli obiettivi da perseguire nell’ambito del Pilastro europeo sono:
1. una valutazione dell’attuale acquis sociale dell’Unione per determinare in quale misura i diritti vigenti vengano esercitati, se siano ancora pertinenti rispetto alle sfide attuali e future, o se altrimenti debbano essere previsti nuovi presupposti e modalità;
2. riflettere sui nuovi sviluppi dell’organizzazione del lavoro e delle società derivanti dagli effetti delle nuove tecnologie, dalle tendenze demografiche o da altri fattori importanti per la vita lavorativa e le condizioni sociali;
3. raccogliere opinioni ed osservazioni riguardo al ruolo del Pilastro europeo sui diritti sociali.
Il documento base di riferimento (COM(2016) 127 final), contenente la proposta di Pilastro dei diritti sociali, consta di venti sezioni, o principi fondamentali, raccolti in tre capitoli: il primo è dedicato a pari opportunità e accesso al mercato del lavoro; il secondo ad eque condizioni di lavoro; il terzo, più corposo, ad un’adeguata e sostenibile protezione sociale. Ciascuna sezione reca una o più dichiarazioni di principio, con formule che si richiamano alle enunciazioni dei principi costituzionali.
Una volta definito, il Pilastro diventerà il quadro di riferimento per vagliare la situazione occupazionale e sociale di ciascuno Stato membro; in secondo luogo, guiderà il processo di riforma a livello nazionale, orientando le politiche di una serie di settori essenziali per il buon funzionamento e l’equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale.
La consultazione fa parte di un esercizio più ampio di coordinamento delle politiche economiche e sociali e si inquadra con l’obiettivo di rilanciare nel 2017 un’Europa più sociale, stabilendo un ponte tra politiche sociali e macroeconomiche.
Lo scorso 23 gennaio a Bruxelles, gli Stati membri si sono confrontati per discutere sugli esiti della consultazione pubblica sul Pilastro europeo dei diritti sociali; alla conferenza di presentazione dei risultati hanno partecipato istituzioni europee, parti sociali e rappresentati della società civile, insieme ad oltre 20 ministri nazionali ed a vari membri del collegio dei commissari.
La Commissione presenterà una proposta definitiva sul Pilastro in oggetto nei primi mesi del 2017; le osservazioni che perverranno contribuiranno ai lavori relativi al Libro bianco sul futuro dell’Unione economica e monetaria dell’Europa, previsto per la primavera 2017. Una volta adottato, il Pilastro dovrebbe diventare un quadro di riferimento per selezionare performance sociali e occupazionali degli Stati membri e per guidare le riforme condotte a livello nazionale.
La partecipazione italiana alla consultazione pubblica
Nel corso del 2016 sono state avviate le consultazioni a livello nazionale. Il Dipartimento Politiche europee (DPE) della Presidenza del Consiglio dei ministri ha condotto il processo in ambito di Comitato interministeriale Affari europei (CIAE). Accanto agli incontri di livello politico-diplomatico, il DPE ha invitato le amministrazioni centrali e le altre istituzioni pubbliche competenti per le politiche oggetto del Pilastro a partecipare al processo di composizione di una posizione italiana condivisa in risposta alla consultazione pubblica.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha incaricato la Commissione Affari europei e internazionali (AEI) di comporre il contributo delle Regioni e Province autonome in risposta alla consultazione pubblica europea per la creazione di un Pilastro europeo dei diritti sociali. Le Regioni, per il tramite della Commissione AEI, hanno partecipato ad alcuni incontri formali a livello nazionale, acquisendo le informazioni necessarie per poter formulare una posizione condivisa a livello regionale.
Date le diverse componenti del Pilastro, le competenti Commissioni della Conferenza sono state invitate ad esaminare i temi proposti dalla Commissione europea. La Commissione AEI ha consultato le Commissioni interessate in maniera diretta (Commissione Politiche sociali, Commissione Istruzione, lavoro, innovazione e ricerca, Commissione speciale Immigrazione e Italiani all’estero) o in merito a temi trasversali (Commissione Beni e attività culturali).
La struttura tecnica di supporto Re.Te PNR, coordinata dal Cinsedo, ha partecipato attivamente agli incontri istituzionali e ha avviato le attività necessarie a livello regionale, innanzitutto, individuando e coinvolgendo, sulla base delle tematiche rilevanti oggetto del Pilastro, le Commissioni della Conferenza delle Regioni competenti; nonché aggiornandole costantemente sugli esiti degli incontri istituzionali e sulle decisioni intraprese; infine fornendo tutti gli strumenti operativi utili a definire la proposta regionale.
Le Commissioni quindi sono state consultate sui principali ambiti tematici di competenza normativa e amministrativa delle Regioni: dall’inclusione all’inserimento socio-occupazionale, dalle politiche migratorie alla cultura come veicolo di valori comuni e d’integrazione sociale.
Operativamente si è proceduto inviando alle Commissioni competenti gli strumenti operativi (questionario, timing, note di lettura,..) e richiedendo a ciascuna Commissione di fornire un documento di risposta al questionario unico e di sintesi delle diverse esigenze regionali rispetto ad ogni specifica materia. Successivamente, sulla base delle risposte pervenute da ciascuna Commissione, la struttura tecnica Re.Te. PNR, per restituire pieno valore aggiunto alle diverse tematiche che compongono la sfera dei diritti sociali, ha preferito riportare integralmente gli specifici apporti tematici delle singole Commissioni consultate.
Pertanto, in corrispondenza delle domande contenute nel questionario, si è scelto di compore un elaborato che contenesse tutte le risposte fornite da ciascuna Commissione. In particolare le risposte alle domande aperte sono state riportate integralmente e in forma susseguente mediante singole risposte per dare risalto ai diversi aspetti individuati da ciascuna Commissione per le specifiche competenze. Mentre laddove è stato possibile, nelle domande chiuse, sono stati redatti quadri riepilogativi d’insieme.
Una volta definito il contributo unitario esso è stato sottoposto alla validazione da parte della Commissione Affari europei e internazionali e poi successivamente della Conferenza delle Regioni (seduta del 20 ottobre 2016), la quale oltre ad aver approvato integralmente l’elaborato, ha anche approvato un documento a carattere politico che riporta alcune priorità di azione per attuare un nuovo Pilastro di diritti sociali.
Per concludere l’iter procedurale, tale documentazione è stata inviata sia alla Commissione europea rispondendo on line alla consultazione pubblica, sia alla Presidenza del Consiglio dei ministri come contributo delle Regioni alla formulazione di risposta unitaria del governo italiano alla consultazione.
A tal proposito il DPE ha segnalato che nel documento di posizione italiana sono stati recepiti molti dei suggerimenti indicati dalle Regioni, mettendone in evidenza soprattutto la valenza strategica ed il loro valore aggiunto europeo. Altri suggerimenti invece non sono stati direttamente riportati in quanto più attinenti ad azioni di carattere regionale, ma comunque richiamati in azioni di carattere strategico.
La posizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome
In generale, nel documento regionale si richiama la necessità di approntare strumenti e politiche adeguate, in una prospettiva multidimensionale, dai temi più propriamente sociali a quelli legati al lavoro, alla salute, all’istruzione, alla cultura, all’innovazione e all’immigrazione.
Inoltre, considerato il parere adottato dal Comitato delle Regioni lo scorso 11 ottobre, la Conferenza auspica che nella costruzione di un Pilastro europeo dei diritti sociali venga rafforzata l’importanza della dimensione territoriale e del coordinamento tra le politiche economiche e le politiche sociali a livello europeo, nazionale e regionale, anche nel quadro del semestre europeo.
L’acquis sociale deve diventare cogente per gli Stati membri, anche quale fattore orizzontale di verifica dell’efficacia delle politiche in materia economica, culturale e ambientale.
In tal senso, il Pilastro europeo deve essere considerato uno strumento di coordinamento che fornisce sostegno alle politiche degli Stati membri per risolvere le disuguaglianze sociali, combattere il fenomeno del dumping sociale, promuovere una convergenza verso l'alto delle norme sociali, consolidando gli obiettivi di crescita inclusiva e sostenibile dell'Unione europea.
In allegato la posizione della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.