Si va concretizzando il progetto di costruzione del Pilastro europeo dei diritti sociali, uno dei progetti voluti dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker come strumento a sostegno al suo programma in merito a politiche sociali, occupazione, istruzione, formazione, lotta alla povertà, protezione sociale, dimensione sociale per un futuro sostenibile dell’Unione economica e monetaria. L’azione del Pilastro interesserà inizialmente gli Stati dell’euro zona, per poi ampliarsi a tutti gli Stati che decideranno di aderirvi.
Nel corso del 2016 la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica per la costituzione del Pilastro dei diritti sociali raccogliendo opinioni e suggerimenti da amministrazioni pubbliche, parti sociali, organizzazioni, società civile e cittadini. Per dibattere sui dati così raccolti e redigere una proposta compiuta su come assicurare equità e giustizia sociale in Europa, lo scorso gennaio a Bruxelles la Commissione ha organizzato una conferenza con i rappresentanti di istituzioni europee e nazionali, amministrazioni pubbliche, parti sociali e datoriali, associazioni di tutti gli Stati membri.
In questo numero raccontiamo i lavori della conferenza di Bruxelles, le caratteristiche del Pilastro dei diritti sociali così come si sta definendo e il dibattito e la costruzione della posizione italiana – nazionale e regionale - nella consultazione pubblica.
La dimensione sociale dell’Europa è anche uno degli elementi proposti nella recente Dichiarazione siglata dai leader Ue durante le celebrazioni per il 60° della firma dei Trattati di Roma lo scorso 25 marzo che qui illustriamo. “L’Europa è il nostro futuro comune” hanno ribadito gli Stati membri durante il vertice, impegnandosi a rendere l’Unione sempre più “sicura, prospera, competitiva, sostenibile e socialmente responsabile”.
Proprio in vista dell’incontro di Roma, La Commissione europea ha presentato all’inizio di marzo il Libro Bianco sul futuro dell’Europa - che illustriamo nella rubrica delle Pubblicazioni – in cui sono tratteggiati cinque scenari diversi tra cui gli Stati membri dovranno scegliere per caratterizzare l’Europa del 2025.
All’inclusione sociale è dedicato un Asse specifico (OT 9) dei PO 2014-2020 sul quale amministrazioni centrali e regionali hanno destinato ingenti risorse, riconoscendo la necessità di intervenire in maniera concreta su un numero sempre più alto di persone che versano in condizioni di vulnerabilità socio – economica. A tale tema e agli interventi attivati per contrastare l’esclusione sociale dei gruppi svantaggiati è dedicato il nostro approfondimento, che declina le azioni a livello regionale e nazionale promosse con il Fondo sociale europeo nell’attuale programmazione 2014/2020.
Infine ripercorriamo l’iter che Regioni e Province autonome hanno finora condotto in merito al confronto sul decreto delega per la revisione dei percorsi IP e la loro integrazione con il sistema di Istruzione e Formazione professionale. Un percorso che si avvia alle battute finali, ma che potrà ritenersi concluso solo con la pubblicazione del decreto legislativo.