Regione Emilia-Romagna. Impresa formativa come orientamento in azione
La Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il sistema regionale degli enti di formazione accreditati che realizzano i percorsi di IeFP
“L’orientamento non si limita a indirizzare, ma serve a mettere il soggetto in condizione di fare scelte significative”. Philippe Perrenoud
In un tempo in cui l’orientamento non è più un atto isolato ma un processo continuo, l’impresa formativa si configura come un luogo concreto dove il futuro si costruisce agendo. Qui lo studente non è spettatore ma protagonista attivo di un’esperienza educativa e lavorativa, che gli permette di esplorare sé stesso, maturare scelte, scoprire il valore del fare. Nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale - IeFP, l’impresa formativa rappresenta una risposta educativa potente e coerente, perché tiene insieme apprendimento, lavoro e sviluppo personale. In Emilia-Romagna, questa pratica si è consolidata come strumento strategico contro la dispersione scolastica, come leva per rafforzare la motivazione, personalizzare i percorsi e rendere l’offerta formativa più rispondente ai bisogni dei giovani e del territorio. L’impresa formativa si configura come un ambiente di apprendimento in assetto lavorativo, dove l'esperienza diventa il principale veicolo di costruzione delle competenze.
Questo approccio trova un importante fondamento anche nella teoria dello sviluppo vocazionale di Donald Super, che ha evidenziato come l’identità professionale di una persona si costruisca nel tempo, attraverso l'assunzione di ruoli e la sperimentazione progressiva in contesti significativi. L’impresa formativa risponde in pieno a questa logica, offrendo ai giovani la possibilità di vivere ruoli professionali reali, esplorare interessi e abilità, riflettere su di sé e orientare con maggiore consapevolezza il proprio futuro lavorativo. In particolare, secondo Super, la formazione non deve solo trasmettere competenze ma facilitare lo sviluppo di un sé professionale, che si integra con il progetto di vita complessivo dell’individuo (1).
Si tratta di una forma rafforzata di alternanza, che supera la logica del semplice stage e che trova fondamento giuridico e culturale nel quadro delle attività per conto terzi, previste dal DM 129/2018, così come nei più recenti orientamenti sul sistema duale. Inoltre, l’impresa formativa solleva questioni di rilievo in merito alla qualificazione giuridica del rapporto tra studente e struttura, alla gestione economica separata delle attività produttive e al bilanciamento tra scopo formativo e sostenibilità economica.
L’impresa formativa non è una simulazione, ma un’esperienza reale, concreta, vissuta. È un laboratorio in cui si apprende attraverso il fare, dove il confine tra aula e contesto produttivo si fa poroso e il lavoro diventa motore di crescita personale. Alcuni elementi ne definiscono il valore e ne costituiscono l’identità:
- Contesto produttivo autentico: gli studenti lavorano su prodotti o servizi destinati all’esterno, con clienti, tempi e standard qualitativi reali in un ambiente formativo che tutela e valorizza l’apprendimento.
- Tutoraggio e accompagnamento: formatori, tutor e professionisti del settore affiancano il percorso, dando feedback, supporto e strumenti critici per affrontare problemi concreti e migliorare le proprie competenze.
- Integrazione territoriale: l’impresa formativa si radica nel tessuto economico e sociale del territorio, costruendo relazioni con imprese, enti, istituzioni e comunità locali. Questo legame favorisce l’inclusione, la cittadinanza attiva e l’occupabilità.
- Apprendimento e competenze trasversali: gli studenti sviluppano non solo abilità tecniche, ma anche capacità decisionali, relazionali e organizzative. L’ambiente collaborativo stimola il pensiero critico, l’adattabilità e la responsabilità.
Dal punto di vista giuridico, l’impresa formativa può assumere diverse forme: attività interna all’ente di formazione accreditato, cooperativa sociale, impresa sociale, azienda speciale scolastica, laboratorio autonomo con contabilità separata. Le Linee guida per il sistema duale (DM 2 agosto 2022) ne consolidano l’inquadramento come esperienza di apprendimento in assetto lavorativo, mentre le proposte normative recenti pongono attenzione alla necessità di una regolazione più organica e coerente.
Esperienze che parlano
In questa fase ancora esplorativa, si è volutamente scelto di presentare esperienze diverse tra loro per tipologia, forma giuridica, livello di strutturazione e contesto operativo. Si tratta di una scelta consapevole: si ritiene infatti che sia utile osservare come, "dal basso", stiano già fiorendo iniziative che, pur nella varietà delle soluzioni adottate, mostrano un denominatore comune nel voler offrire ai giovani spazi concreti di apprendimento autentico.
In Emilia-Romagna si possono riscontrare esempi efficaci, che dimostrano come l’impresa formativa possa assumere forme diverse pur mantenendo inalterata la sua finalità educativa:
- Le Torri (CEFAL, Bologna): ristorante formativo aperto ogni giorno a pranzo, gestito dagli allievi del corso Operatore della ristorazione. Gli studenti curano tutte le fasi dell’attività, dalla cucina al servizio in sala, confrontandosi con una clientela reale e vivendo una vera esperienza professionale.
- Il Ristorantino di Serra (IAL, Serramazzoni): inserito in un contesto educativo residenziale, il ristorante didattico propone serate a tema e aperture stagionali. Gli studenti, che vivono nella struttura durante la settimana, sperimentano un modello formativo globale, che unisce vita comunitaria e apprendimento pratico.
- Ubuntu (ENGIM Emilia-Romagna, Ravenna): è un sistema articolato di imprese formative, che comprende una bottega, un giardino botanico e un ristorante. Gli studenti sono coinvolti in attività che valorizzano il territorio, i prodotti locali e le relazioni con la comunità, in un’ottica di sostenibilità e cittadinanza attiva.
- La Brigata del Pratello (FOMAL, IPM Bologna): nata all’interno dell’Istituto Penale Minorile, questa impresa formativa realizza cene-evento aperte al pubblico, dove i giovani detenuti lavorano insieme a chef professionisti. L’obiettivo è offrire una seconda possibilità attraverso l’apprendimento e la relazione.
- Stampone (Don Orione, Piacenza): laboratorio grafico nel quale gli studenti producono materiali personalizzati per clienti reali. È uno spazio attrezzato con macchinari professionali, dove i ragazzi si confrontano con vere commesse, apprendono tecniche e linguaggi del settore grafico, e sperimentano la responsabilità del lavoro.
Queste esperienze dimostrano che l’impresa formativa può diventare un acceleratore di competenze, un facilitatore dell’orientamento e uno strumento potente di inclusione sociale.
Conclusione: orientare facendo
L’impresa formativa è un dispositivo educativo e orientativo insieme. Serve a costruire consapevolezza, allenare lo sguardo verso il futuro, sperimentarsi senza paura di sbagliare.
In una fase ancora in via di definizione e consolidamento, ciò che fa davvero la differenza è la qualità dell’organizzazione interna all’ente di formazione e, soprattutto, la presenza di figure educative competenti – docenti, tutor, coordinatori – capaci di essere adulti significativi.
È proprio in questo contesto che risuona l’insegnamento di Paulo Freire, per il quale "nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, ci si educa a vicenda, in un dialogo continuo con la realtà" (2).
Sono questi adulti, capaci di instaurare relazioni educative autentiche, che trasformano l’esperienza lavorativa in apprendimento profondo, in comportamento professionale e in consapevolezza della necessità di acquisire competenze per essere cittadini attivi e consapevoli.
Per saperne di più visita il sito Imprese formative Emilia-Romagna.